Sardegna in fiamme. Cuglieri, il paese che non esiste più. «Sono rimasti solo macerie e fumo»

Sardegna in fiamme. Cuglieri, il paese che non esiste più. «Sono rimasti solo macerie e fumo»
di Umberto Aime
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Lunedì 26 Luglio 2021, 06:29 - Ultimo aggiornamento: 19:03

Cinquant'anni di rimboschimenti ridotti in cenere. L'ulivo millenario di Sa Tanca manna, in Sardegna, divorato dalle fiamme. «Sembrava di essere ai piedi di un vulcano», hanno raccontato i testimoni, fuori del municipio di un paese ormai diventato fantasma. Spettrale. Cuglieri è stato assediato dalle fiamme per un giorno intero. Con il fuoco a ridosso degli uffici del Comune, in piazza, intorno alla chiesa e alla caserma dei carabinieri. Da qui tutti sono dovuti fuggire, nella notte di sabato per non essere sopraffatti dal quel fronte rosso fuoco mai visto e che sembrava essere animato da una micidiale forza sovrumana, con quel suo saltare da un punto all'altro della montagna.

Cuglieri, la strage del bestiame

 

Sono le vette di Ferru ed Entu, oltre i mille metri, che dominano le case e finora, come raccontano gli anziani, erano state una sorta di silenziose sentinelle, a guardia di boschi lussureggianti.

Non l'altra notte, purtroppo. «Qui è bruciato tutto. Intorno all'ex seminario, alle Poste e all'oleificio non c'è più nulla», ha detto con un filo di voce e in lacrime il sindaco Gianni Panichi, nelle sue prime comunicazioni alla centrale radio della Protezione civile regionale.

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La paura è stata grande e solo chissà per quale miracolo «non c'è scappato il morto», come invece in passato è accaduto anche da queste parti. A essere salvati sono stati soprattutto gli allevatori delle case sparse, ma che nulla hanno potuto fare per salvare il bestiame e i pascoli.
«E' stata una strage. Non possiamo ancora calcolare i danni, ma siamo sul lastrico», ha scritto la Coldiretti in uno dei suoi vari bollettini. Cuglieri è al centro di una terra generosa per l'agricoltura, molto più fertile del resto della Sardegna centrale che guarda a occidente verso le montagne impervie del Nuorese. Nel 1993 e sei anni dopo, altri roghi avevano messo in ginocchio la gente di Cuglieri, ma erano state le successive forestazioni a ridare speranza, a far rinascere gran parte del bosco intorno alla basilica di Santa Maria della Neve e alla sede dal 1927 fino al 1971 della prima facoltà teologica costruita lontano da Roma.

 

Duemila e oltre abitanti di questo anfiteatro naturale che nella notte fra sabato e domenica hanno avuto paura e sono dovuti fuggire per non essere circondati dalle fiamme. Si sono lasciati alle spalle uno scenario spettrale, con diverse case agricole divorate dall'incendio e le stalle trasformatesi in trappole micidiali per il bestiame. «Tutto da noi non esiste più. Ci sono solo macerie fumanti», ha raccontato il proprietario di una distilleria. Quando l'allarme è cessato, gran parte della comunità s'è avvicinata disperata allo scheletro fumante dell'ulivo millenario di Sa tanca manna, simbolo del Montiferru e più volte immortalato nei depliant che evocano le bellezze naturali della Sardegna più interna.


«Se qualcuno non verrà a darci una mano, al più presto, questa volta sarà difficile ritornare a vivere, ha detto sconsolato un allevatore che nella notte fra sabato e domenica ha perso tutto.

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