Santo Stefano, l’isola della quarantena e la rivolta dei turisti: «Sequestro di persona»

Santo Stefano, l’isola della quarantena e la rivolta dei turisti: «Sequestro di persona»
di Giuseppe Scarpa
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 19 Agosto 2020, 01:16 - Ultimo aggiornamento: 13:25

Un’altra notte blindati nell’isola di Santo Stefano. C’è il “pericolo” di passare altre 24 ore in un Resort a cinque stelle in una delle perle dell’arcipelago della Maddalena in Sardegna, e cosa accade? Scoppia la rivolta: «Sequestro di persona», sostengono alcuni villeggianti. Ovviamente il motivo per il quale i vacanzieri sono costretti a restare confinati in una delle più belle località del Mediterraneo è di natura sanitaria, collegato al Coronavirus dopo che un dipendente della struttura è risultato positivo. Dall’esito dei primi tamponi processati ieri notte: 75 su 475 persone, sarebbero emersi i primi contagi. Non un numero allarmante, anzi. Tuttavia un minimo di trasmissione del virus, all’interno della struttura, sarebbe avvenuto. Stamattina il lavoro sui test sarà completo, così da avere un quadro definitivo. 


Covid, paura in Sardegna: giovani in fuga senza controlli

Il testimone: «Prima i party a rischio a Ibiza, poi sono venuti a infettare noi». Accuse nel gruppo dei romani




Un musicista, si tratta di un pianista romano di 60 anni, che lavora nella struttura, domenica è risultato positivo al Covid-19. L’ipotesi è che possa aver contagiato qualcuno. Perciò turisti e lavoratori non possono “evadere” da Santo Stefano, nel caso in cui qualcuno avesse contratto il virus ci potrebbe essere il pericolo di un ulteriore contagio. Inoltre i turisti possono muoversi liberamente all’interno dell’isola, con l’ obbligo di indossare la mascherina. 

Ad ogni modo a lamentarsi non sono tutte le 475 persone, tra turisti e personale. Bensì una minoranza. Qualche avvocato in ferie tra gli ombrelloni che grida al rapimento. Qualcuno sarebbe anche scappato. La notizia diffusa ieri non ha trovato riscontro. 

Oggi, con ogni probabilità, l’esito dei tamponi restituirà la libertà a tutti. La speranza, infatti, è che il pianista, dato il tipo di impiego che svolge, non sia entrato in contatto con troppe persone. Come potrebbe accadere, invece, per un cameriere. Nel frattempo, però, l’unità di crisi del Nord Sardegna guidata da Marcello Acciaro, sta lavorando alacremente e adesso deve anche incassare le “accuse”, solo ventilate, di sequestro di persona. 
 

Il contagio


La vicenda ha inizio domenica. Un dipendente della struttura sta male. Si tratta di un pianista romano di 60 anni. Qualcosa non quadra. È lo stesso 60enne a capire che forse si tratta di coronavirus. I sintomi, d’altro canto, ci sono tutti: la febbre, i brividi, la tosse, perdita improvvisa dell’olfatto e del gusto. 
Inoltre è lo stesso medico del Resort che si convince che effettivamente si può trattare di Covid-19. L’intervento sarebbe stato tempestivo. L’uomo viene subito isolato in una stanza mentre il dottore avvisa l’unità di crisi del servizio sanitario regionale del nord Sardegna.

Immediatamente viene inviata nell’isoletta una equipe di esperti. Un team sanitario raggiunge Santo Stefano. Nel frattempo il musicista viene trasportato in sicurezza all’ospedale di Sassari. A lui vengono poste tutta una serie di domande, essenziali per ricostruire le persone con cui è entrato in contatto. I turisti e i dipendenti della struttura vengono invece sottoposti ad una visita che culmina con il tampone. Poi viene imposto l’obbligo della mascherina e muoversi il meno possibile all’interno del Resort. E infine la decisione di non fare uscire e entrare nessuno dall’isoletta fino al risultato dei tamponi che dovrebbe arrivare oggi. Ogni nuova decisione, verrà presa in funzione del risultato dei 475 test.

Sulla vicenda è intervenuto il primo cittadino di La Maddalena, Luca Carlo Montella : «Invito sia i turisti che i dipendenti a portare pazienza per un altro giorno. Ne va della sicurezza in generale e anche della tranquillità dei vacanzieri». 

 
 
 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA