Sant'Anastasia è un popoloso comune della cinta vesuviana, molto a nord rispetto a Napoli. Una fascia di città e cittadine, da San Giuseppe a Somma Vesuviana sino alla ricca San Sebastiano, dove la violenza sta riemergendo in maniera subdola. Una bambina di 10 anni si è salvata per miracolo in un centralissimo bar della città. La piccola è stata centrata alla testa da uno dei proiettili, una pioggia, esplosi da una mitraglietta e una pistola da due ragazzi a bordo di uno scooter.
Rovigo, infermiere muore colpito al collo da un ramo mentre taglia l'erba: Fabio aveva 28 anni, stava per andare a convivere https://t.co/Tzd8goKAy1
— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) May 24, 2023
Sant'Anastasia, spari contro un bar: fermato 19enne. Feriti madre, padre e figlia di 10 anni
La comunità di Sant'Anastasia sotto choc
E pensare che lei e la sua famiglia erano andati in quel bar solo per prendere un gelato.
Nessuna inchiesta sui pestaggi in carcere, indagati il procuratore capo Auriemma e la pm Dolce
Sant'Anastasia, un litigio ha originato la sparatoria
Zuffe tra ragazzini, tra adolescenti, che spesso terrorizzano i più piccoli. E sarebbe stato proprio un litigio tra giovani a far scattare la follia. Poco prima della sparatoria alcuni ragazzi avevano litigato in piazza, ed erano stati cacciati dal bar antistante la pasticceria dove è poi avvenuta la sparatoria. I residenti della zona sono stati i primi a soccorrere la famiglia. Sono scesi ad aiutare e la rabbia ha preso il sopravvento. Come spiega Fabio: «Ho visto tanta indignazione - racconta -, non c'era solo paura, ma voglia di isolare questi scellerati, di parlare, di non accettare passivamente. Gli anni della paura pura, quelli delle sparatorie tra i clan per il predominio del territorio, sono lontani. Ora abbiamo bisogno di reagire, e sono contento che i miei concittadini si ribellino». Rabbia anche a Pollena Trocchia, i cui residenti si chiedono come sia possibile «uscire per un gelato e ritrovarsi in ospedale con un colpo conficcato in testa». «È assurdo - hanno commentato alcune mamme all'uscita della scuola frequentata dal fratellino della piccola ferita - poteva capitare a chiunque di noi. Poteva essere un nostro figlio, non possiamo aver paura di uscire a prendere un gelato o una pizza. Ci auguriamo che mamma e figlia escano al più presto dagli ospedali e tornino tra noi. Sarà una gran festa per Pollena Trocchia poterle riabbracciare».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout