Eppure, in appena un anno, l’ambulatorio di Dermatologia e venereologia etnica ha registrato oltre 500 accessi e ha dimostrato di poter fare la differenza. C’è, ad esempio, il caso di un paziente arrivato con delle lesioni a una spalla, al collo e al volto: aveva cercato di medicarsi da solo, con delle foglie, ma senza nessun risultato. Il dolore era forte, e non accennava ad andarsene, così ha deciso di rivolgersi all’ambulatorio. Ed è proprio qui che gli è stata diagnosticata una forma molto virulenta di herpes zoster, e gli è stato somministrato un antivirale che ha fatto migliorare la situazione nel giro di pochi giorni. Un altro paziente era arrivato con lesioni pruriginose con cui conviveva da dieci anni: erano state trattate in passato come micosi, ma inutilmente. Si trattava in realtà di una forma di dermatite atopica dell’adulto, e ora il paziente è in attesa di iniziare la terapia biologica.
E poi ci sono quelle malattie endemiche nei paesi di provenienza, che sono quasi assenti in Italia e che quindi sono difficili da diagnosticare perché spesso, alle nostre latitudini, semplicemente non ci si pensa. È il caso di un paziente che si era presentato all’ambulatorio per una reazione ad alcuni farmaci: durante la visita, l’attenzione dello staff medico si è focalizzata su una chiazza chiara sul dorso, apparentemente banale, ma che può porsi come l’unica manifestazione iniziale della lebbra. Una biopsia ha così permesso di individuare tempestivamente come ci fosse stato un contatto con il batterio, nel paese di origine. Fortunatamente il sistema immunitario del paziente aveva limitato l’infezione, ma grazie alla diagnosi tempestiva è stato possibile avviare una serie di controlli periodici per evitare una riattivazione della malattia.
«È importante però non pensare a priori che il paziente straniero sia una persona infettiva - precisa Fabbrocini -. Gli immigrati portatori di malattie infettive sono una minoranza: l’incidenza è pari a quella della popolazione nazionale. Peraltro risultano loro stessi esposti a patologie che il loro sistema non conosce e che invece sono endemiche in Italia». Diverse sono le problematiche osservate in questi mesi: «Abbiamo diagnosticato – prosegue la specialista - anche malattie genetiche della cute, e da circa 4 mesi seguiamo un caso di Scleredema di Buschke, una rara malattia del tessuto connettivo in cui vi è un progressivo indurimento della cute a livello di nuca, dorso, addome e viso, che in assenza di trattamento può addirittura arrivare a limitare i movimenti corporei. In ogni caso, è fondamentale riconoscere le specifiche patologie e intervenire tempestivamente, per offrire al paziente la migliore assistenza possibile e anche per ridurre i rischi di trasmissibilità delle malattie». In contemporanea poi con l’attività dell’ambulatorio, sta per nascere un portale che consentirà di mettere a disposizione dei medici iscritti la professionalità e l’esperienza del team di medici coinvolti nella struttura sanitaria napoletana.
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