Saman Abbas non può ancora essere sepolta: i suoi resti in laboratorio. Perché?

Sono passati 140 giorni dal ritrovamento del suo corpo

Saman Abbas non può ancora essere sepolta: i suoi resti in laboratorio. Perché?
3 Minuti di Lettura
Domenica 9 Aprile 2023, 10:29 - Ultimo aggiornamento: 10 Aprile, 13:09

Un altare per Saman, anche se a 140 giorni dal ritrovamento del corpo e quasi due anni dalla morte, la ragazza pachistana, uccisa nel Reggiano presumibilmente dalla sua stessa famiglia per aver rifiutato un matrimonio forzato con un cugino in patria, non ha ancora avuto sepoltura. I carabinieri hanno completato gli accertamenti nel rudere di Strada Reatino a Novellara di Reggio Emilia, a poche centinaia di metri dalla casa dove la ragazza viveva coi familiari, restano le rose bianche legate dal nastro biancorosso delle forze dell'ordine che delimita l'accesso al casolare e, poco più lontano, pupazzetti, nastri, foto, letterine e fiori come una sorta di altare in suo ricordo. Ma una vera tomba Saman Abbas non ce l'ha ancora.

Saman Abbas, lo zio a processo: «Pale e piede di porco ci servivano per proteggere le serre dal maltempo»


I FUNERALI


I resti del suo corpo, ritrovati a novembre scorso su indicazione dello zio Danish Hasnain, uno dei cinque imputati per l'omicidio, resteranno probabilmente in laboratorio per consentire altre verifiche durante i diversi gradi di giudizio. Sui funerali e la sepoltura (simbolica) dovrà decidere per legge il fratello (essendo i genitori imputati), divenuto maggiorenne il 25 febbraio scorso e ancora ospite in una struttura protetta. La raccolta degli ultimi reperti utili da parte dei militari si è chiusa con un prelievo di circa due quintali di terra nell'area dove era stata seppellita Saman, stoccati all'interno di due grandi container e trasportati all'aeroporto milanese di Linate, a disposizione di Dominique Salsarola, uno degli archeologi forensi incaricati dal tribunale di Reggio Emilia di redigere una perizia tecnica. Per questo il presidio dei carabinieri è stato ufficialmente sciolto anche se l'edificio diroccato resta sotto sequestro da parte della magistratura e la sindaca di Novellara, Elena Carletti, che ha firmato un'ordinanza con l'obiettivo di evitare pure fenomeni di turismo macabro.

«Il casolare è inagibile e pericolante - ha detto - Tra due settimane sarà realizzata un'ulteriore recinzione, ancora più alta per evitare che qualcuno possa entrarvi».
Intanto, il 14 aprile riprenderà il dibattimento davanti alla Corte d'Assise di Reggio Emilia, dove, oltre allo zio, sono imputati i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq (tutti e tre in carcere), la madre di Saman, Nazia Shaheen (ancora latitante) e il padre Shabbar Abbas, in cella in Pakistan dopo essere stato arrestato il 15 novembre.

Quest'ultimo comparirà davanti al giudice di Islamabad l'11 aprile, udienza nella quale si discuterà della fattibilità del videocollegamento con l'Italia al quale ha acconsentito in attesa che venga presa una decisione sull'estradizione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA