Saman Abbas, lo zio avrebbe portato gli inquirenti al casolare. Il fidanzato: «Sapevo che era morta»

Sabato 19 novembre sono stati ritrovati resti umani a pochi metri dall'azienda agricola dove viva la famiglia della 18enne scomparsa il 30 aprile 2021

Saman Abbas, lo zio avrebbe portato gli inquirenti al casolare. Il fidanzato: «Sapevo che era morta»
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Domenica 20 Novembre 2022, 10:51 - Ultimo aggiornamento: 18:45

Dopo l'arresto del padre in Pakistan, il caso di Saman Abbas ha vissuto un'ulteriore svolta. Sabato 19 novembre sono stati ritrovati resti umani a pochi metri dall'azienda agricola dove viva la famiglia della 18enne scomparsa il 30 aprile 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. E adesso il suo fidanzato Saqib si augura che quei resti siano proprio di Saman per darle l'addio che merita. 

Saman Abbas, trovati resti umani vicino casa. Nel casolare entrarono le telecamere di "Chi l'ha visto"

Lo zio avrebbe portato gli inquirenti al casolare

Sarebbe stato lo zio di Saman, Danish Hasnain, a portare gli investigatori nel punto dove è stato trovato un cadavere, a qualche centinaia di metri dalla casa dove viveva la famiglia della giovane scomparsa il 30 aprile 2021.

Il pachistano indagato, in carcere a Reggio Emilia, venerdì sarebbe stato accompagnato dalla polizia penitenziaria nel casolare diroccato a Novellara. Dal pomeriggio sono partiti i lavori di scavo che sono proseguiti fino a ieri, alla presenza dei carabinieri che svolgono le indagini. La circostanza della presenza di Hasnain, riferita da alcuni media, ha trovato conferma da fonti qualificate.

 «Sapevo che era morta»


Intervistato da Il Corriere della Sera, Saqib Ayub che oggi ha 23 anni e vive in un posto imprecisato del Nord Italia, sotto protezione delle forze dell'ordine, era il fidanzato di Saman Abbas. I due si erano conosicuti su TikTok nell'agosto del 2020 e da lì l'inizio della frequentazione di nascosto a Bologna. I due avevano passato insieme anche una settimana di vacanza a Roma e avevano progettato il loro futuro, ben diverso a quello che prevedeva un matrimonio combinato con un cugino dieci anni più grande di lei, per volere della famiglia. E adesso Saqib vorrebbe che quel corpo ritrovato fosse il suo. «Dentro di me sapevo da tempo che era morta e mi era rimasta una sola speranza, sempre che questa parola ora possa avere un senso: che fossero almeno trovati i suoi resti, questo per poterle dire addio in maniera dignitosa...», ha dichiarato.

 

La speranza e il dolore

 

«Fino a due mesi fa andavo avanti come i parenti delle persone scomparse: nella speranza. Speravo che Saman fosse viva, magari in Pakistan, unita ad un altro uomo contro la sua volontà, ma viva... - racconta attonito e tra le lacrime -. Saqib — «Quando due mesi fa ho letto le parole pronunciate dal padre Shabbar in un’intercettazione, la speranza di poterla trovare ancora in vita è svanita». Poi facendosi forza conclude: «Se i resti in quel sacco nero sono quelli di Saman, vuol dire che finalmente ci sarà una tomba sulla quale potrò andare a pregare per lei...».

 

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