Salone del Libro, la casa editrice di Casapound fuori dalla mostra

Salone del Libro, chiesta rescissione contratto con Altaforte
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 8 Maggio 2019, 21:31 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 12:17

Al Salone del Libro, la Città di Torino e la Regione Piemonte, soci fondatori della mostra, hanno chiesto agli organizzatori della manifestazione di rescindere il contratto con la casa editrice AltaForte, la casa editrice vicino a CasaPound. «È necessario tutelare il Salone del Libro, la sua immagine, la sua impronta democratica e il sereno svolgimento di una manifestazione seguita da molte decine di migliaia di persone», affermano in una nota le due istituzioni.

Immediata la risposta. «Noi siamo organizzatori del Salone, c'è stato un atto politico di Comune di Torino e di Regione Piemonte e noi ci siamo limitati ad eseguire la richiesta». Così, all'Adnkronos, Silvio Viale, presidente dell'associazione 'Torino Città del Librò a proposito della richiesta di rescissione del contratto alla casa editrice Altaforte avanzata da Comune e Regione che hanno motivato la decisione come una «scelta politica». A quanto apprende l'Adnkronos sarebbe già stata inviata ad Altaforte una comunicazione in cui si revoca l'ammissione al Salone insieme all'utilizzo degli spazi espositivi e dei titoli di accesso alla kermesse che si inaugura domani mattina al Lingotto.

 



LEGGI ANCHE Il Museo di Auschwitz: non possiamo condividere il Salone con chi si ispira al fascismo

Nel motivare la richiesta di rescindere il contratto con la casa editrice, Comune di Torino e Regione Piemonte ricordano che la situazione creatasi «rende impossibile lo svolgimento della prevista lezione agli studenti di Halina Birenbaum, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti», e «le forti criticità e preoccupazioni espresse dagli espositori in relazione alla presenza e al posizionamento dello stand di AltaForte».

© RIPRODUZIONE RISERVATA