«C’è un sistema nel sud Pontino, un sistema che viene fuori ogni tanto a Sperlonga, ogni tanto per le indagini legate alla ‘ndrangheta ma io dico: il sud del Lazio è come la Sicilia prima delle stragi di mafia». Anna Scalfati è la proprietaria del lago di Paola a Sabaudia e sì, in un certo senso è un’anomalia perché come lei stessa dice «sono l’unica proprietaria di acque in Europa». Ma per organizzare la Coppa del mondo di canottaggio serviva il suo “nullaosta” all’uso delle acque stesse, una concessione agli organizzatori essendo il lago riserva di pesca e dunque zona protetta. Nulla a che dire sull’evento in sé, la Scalfati non si oppose in quanto la Coppa - un appuntamento di grande sport - avrebbe sicuramente giovato al territorio e c’erano tutti i presupposti perché la riserva di pesca venisse controllata e tutelata. Ma l’ultima inchiesta della Procura di Latina, condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo ha dimostrato invece come dietro quell’evento il Comune si sarebbe reso protagonista di un giro di corruzione e turbativa d’asta per gli appalti necessari a realizzare l’impianto di gara.
«Credo sia la punta di una piramide - dice la Scalfati - ed è la prima volta che viene colpita un’amministrazione con le mani nel sacco in questioni ambientali».
Nel febbraio del 2019 dal Comune di Sabaudia viene creato un Comitato, dotato di propria personalità giuridica che sarebbe stato preposto all’organizzazione dell’evento.
IL COMITATO
Il suo nome era “Sabaudia MMXX” e a presiederlo era il sindaco Giada Gervasi, che ieri è finita ai domiciliari insieme ad altre 11 persone e si è dimessa in serata dalla carica di prima cittadina. «In quel primo comitato - ricorda la Scalfati - avevo ravvisato la presenza di alcune personalità che io ritenevo totalmente estranee al mondo dello sport e delle istituzioni, nessuno mi aveva coinvolto e io non mi sono proposta perché, ripeto, era qualcosa che non mi riguardava non essendo il mio mondo quello sportivo, poi ho saputo che i componenti erano stati cambiati». Ma questo, come si vedrà poi con l’operazione di ieri, non basterà. Nel maggio 2019 il consiglio direttivo del Comitato nomina Luigi Manzo direttore generale per la direzione dell’organizzazione della Coppa del mondo. L’uomo ha esperienza nel settore in quanto presidente del Circolo canottieri di Luino, in provincia di Varese e già direttore - come si legge nelle carte dell’ordinanza - del comitato della Coppa del mondo del 2016 svoltasi a Varese ed ancora primo membro del Comitato organizzatore dei campionati europei di canottaggio del 2012. L’uomo ieri è finito anche lui ai domiciliari. La sera dell’8 dicembre 2019, giorno dell’Immacolata, Manzo partecipa ad una riunione nei locali del museo comunale, ci sono anche la sindaca Gervasi ed altri dipendenti del Comune e si decide la revoca alla società vincitrice per la realizzazione del campo di gara a favore di un’altra ditta, quella di Giuseppe Pellegrino, anche lui finito ai domiciliari.