Ruby ter, la procura: «Danno da stress per Ambra, Imane e Chiara»

Ruby ter, la procura: «Danno da stress per Ambra, Imane e Chiara»
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Lunedì 10 Dicembre 2018, 19:34
MILANO Ambra Battilana, Imane Fadil e Chiara Danese, le tre giovani testimoni chiave nei processi sul caso Ruby, «hanno sofferto un danno da stress di fronte a un esercito di altre ragazze eteroindirizzato», secondo l'accusa, da Silvio Berlusconi, perché loro «sostenevano una tesi» e le altre «un'altra, con testimonianze false che sono una verità assoluta certificata da sentenze definitive». Lo ha detto il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano nel processo sul caso Ruby ter a carico dell'ex premier e di altri 27 imputati per replicare alla richieste delle difese di far uscire dal dibattimento le tre ragazze, costituite parti civili. L'avvocato Federico Cecconi, legale di Berlusconi, ha chiesto infatti l'estromissione da parti civili delle tre giovani perché «non sono state danneggiate» dal reato di corruzione in atti giudiziari contestato al leader di Forza Italia e anzi sono state risarcite nel processo Ruby bis. In aula oggi c'era anche Marysthelle Polanco, una delle olgettine imputate, che afferma di aver tagliato i ponti con il passato: «Ormai sono una mamma di tre figli».

PROCESSO «SPETTACOLARIZZATO»
All’inizio dell’udienza l’avvocato Cecconi ha chiesto l’estromissione delle tre parti civili (tra cui l'avvocatura dello Stato per la Presidenza del Consiglio) sostenendo che le presunte false testimonianze delle olgettine nei processi sul caso Ruby «non hanno danneggiato le posizioni» delle tre ragazze, «risarcite» nel processo Ruby bis a carico di Fede, Mora e Minetti. All’eccezione della difesa di Berlusconi si sono associati gli altri legali e un difensore ha sostenuto che le parti civili hanno cercato di «spettacolarizzare» il processo, ma «non hanno subito alcun danno alla loro immagine, alla loro vita di modelle o pseudo modelle e basta guardare i loro profili Facebook».

L’aggiunto Siciliano e il pm Luca Gaglio hanno invece rilevato che «questo processo origina da due sentenze definitive che hanno espresso come verità assoluta che vi siano state delle false testimonianze» e le tre ragazze che non si sono accodate alla tesi delle «cene eleganti» di Villa San Martino lo hanno fatto sapendo che «potevano anche essere accusate di calunnia e basta questo tipo di stress a ritenerle danneggiate».
Per le parti civili ha parlato solo il legale di Imane Fadil, anche lei presente in aula. Nelle scorse udienze è emerso, tra l’altro, che la difesa di Mariarosaria Rossi, senatrice di Forza Italia, stretta collaboratrice dell’ex premier e imputata per falsa testimonianza, sta trattando proprio con i legali delle parti civili per offrire risarcimenti fuori dal processo.
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