Processo Ruby, Imane Fadil è morta per malattia, ma le cause sono ignote. Al suo legale disse: «Vogliono farmi fuori». La consulenza medico-legale sulla morte di Imane Fadil «ha dato un esito piuttosto sicuro» su un decesso «per malattia», anche se restano ancora ignote «le cause che hanno generato la patologia, possono essere molteplici, da un'infezione ad altre». Lo ha spiegato il procuratore di Milano, Francesco Greco, chiarendo che mesi fa di fronte a vari allarmi sulla vicenda, tra cui la telefonata della giovane e gli esiti sulla presenza di metalli pesanti e radioattività, venne presa in considerazione anche l'ipotesi «dell'avvelenamento da cianuro».
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Chiesta l'archiviazione dell'indagine. I pm di Milano Tiziana Siciliano, Antonia Pavan e Luca Gaglio hanno chiesto oggi l'archiviazione dell'inchiesta aperta per omicidio volontario sulla morte di Imane Fadil. Il procuratore aggiunto Siciliano, nella conferenza stampa, ha spiegato che c'è la «certezza» che la testimone del caso Ruby è morta per aplasia midollare. I pm hanno anche escluso responsabilità mediche. I familiari della modella stanno valutando di opporsi alla richiesta di archiviazione, come era già emerso. I pm hanno ripercorso tutto il lavoro capillare compiuto negli ultimi mesi e gli accertamenti eseguiti. Solo pochi giorni fa, è arrivato il nulla osta alla sepoltura della modella, deceduta alla clinica Humanitas lo scorso marzo.

Il legale della famiglia Fadil: «Sbagliate le terapie». Dalla consulenza medico legale sulla morte di Imane Fadil è emerso che «le scelte terapeutiche non sono state azzeccate», «la consulenza ha sì escluso la colpa medica, ma questo fronte delle terapie deve essere approfondito e la famiglia farà di tutto per sapere come è morta Imane». Lo ha spiegato il legale dei familiari della testimone del caso Ruby, l'avvocato Mirko Mazzali. È probabile che i familiari, che avevano già parlato di una nuova perizia da fare, si oppongano alla richiesta di archiviazione della Procura.
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