Romagna mia, da Casadei al Papa: proposta di legge per «i suoi valori fondanti della nascita e della crescita della Repubblica»

Romagna mia, da Casadei al Papa: proposta di legge per «i suoi valori fondanti della nascita e della crescita della Repubblica»
di Paolo Ricci Bitti
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Mercoledì 9 Dicembre 2020, 20:33 - Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 18:35

C'è chi quel giorno, a sorpresa, ha ascoltato le note del violino di Secondo Casadei portate dal vento d'autunno insieme alle foglie: le hanno sentite là, nel cimitero di Savignano sul Rubicone, e poi fino a Imola e di nuovo giù sulla via Emilia fino a  Rimini e Cattolica e ancora da Comacchio all'Alpe della Luna. Dal cimitero attiguo, basta un passo per entrare in quello di San Mauro, ha annuito pure Giovanni Pascoli. E'  dal 3 novembre che Romagna Mia riecheggia nonostante non sia stagione - in tutti i sensi - di balere e di valzer. Merito della proposta di legge alla Camera dei Deputati per il "Riconoscimento della canzone quale espressione popolare dei valori fondanti della nascita e dello sviluppo della Repubblica". 

"Oste te" direbbero al dancing al maestro Aurelio (ovvero Secondo, perché in Romagna tutti hanno un soprannome usato più del nome) Casadei scomparso nel 1971 dopo avere lanciato il liscio e la sua canzone divenuta popolare davvero in tutto il mondo, compreso il Vaticano dove Papa Giovanni Paolo II l'alternava con una sua versione "Polonia mia". 

Proposta di legge per Romagna mia

A firmare la proposta sono stati gli onorevoli Morrone, Bazzaro, Billi, Covolo, Fiorini, Iezzi, Lucchini, Potenti, Tonelli, Valbusa,  e Zoffili, con la simpatia (Tu sei la mia) per questa proposta che è subito cresciuta.

Il testo di "Romagna mia" risale, secondo versioni in accettate unanimemente soprattutto dai romagnoli, al 1906, ma è con l'incisione a Milano del 1954 da parte di Casadei che il brano (non più titolato Casetta mia) decolla per accompagnare l'Italia del boom e tutti i romagnoli che girano il mondo in ogni dove.

Si fa prima a dire chi non l'ha cantata visto che la canzone è stata tradotta anche in afrikaaner. Con Romagna mia sono stati applauditi Claudio Villa, Nilla Pizzi, Orietta Berti e poi Guccini, Proietti, Fiorello, Zanicchi, Spagna, Jovanotti, i Nomadi e Arbore, i Deep Purple, Pavarotti, Bregovic. Un trionfo casalingo per Laura Pausini. Apoteosi fra liscio e soul con Gloria Gaynor che la canta insieme all'Orchestra di Raoul Casadei, nipote dello zio Secondo e protagonista della seconda giovinezza del brano. Il figlio Mirko la propone con i Gipsy King. E, lo sapete, se nel gruppo c'è un'italiano, è più facile che la serata sulla spiaggia di Miami o Sydney finisca con Romagna mia rispetto all'Inno di Mameli.

Ecco il testo della proposta di legge.

La canzone «Romagna mia», una delle canzoni italiane più note nel mondo, è stata scritta più di cento anni fa ed, esattamente, il 1° aprile 1906. La sua musica conserva ancora oggi un’energia e una melodia che hanno un impatto fortissimo sul pubblico e che restano impresse nella memoria e nelle emozioni di ciascuno di noi, oltre a essere una garanzia per gli «addetti ai lavori» che assicurano la sopravvivenza di questo genere musicale e a rappresentare uno spunto importante sia per gli artisti che provengono da altri generi musicali sia per le nuove generazioni. I primi messaggeri della canzone «Romagna mia» sono i turisti, che la diffondono nel mondo, che ne parlano, la ascoltano e la fanno ascoltare ad altri. La canzone « Romagna mia » è uno dei brani musicali che caratterizzano il nostro Paese e che hanno lasciato una traccia, un solco importante, nella storia di una terra, di una regione come la Romagna, non rappresentando solo una canzone ma una semplice e al tempo stesso profonda espressione di un modo di essere che va al di là dell’essenza romagnola che essa esprime. La canzone «Romagna mia» è, infatti, l’espressione di un modo di vivere in positivo tutte le sfumature della vita e di un forte legame con le proprie origini. Negli anni, inoltre, la fama della canzone «Romagna mia» è andata sempre crescendo, arrivando anche a travalicare i confini nazionali. Ciò premesso, con la presente proposta di legge si intende, finalmente, riconoscere questa canzone quale espressione popolare – vissuta e pur sempre in continua evoluzione rispetto ai diversi momenti storici – dei più alti valori alla base della nascita della nostra Repubblica. 

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