Roma, caos procure: pm della Dna rischia il trasferimento per le intercettazioni con Palamara

Roma, caos procure: pm della Dna rischia il trasferimento per le intercettazioni con Palamara
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Lunedì 13 Gennaio 2020, 21:51
Rischia il trasferimento il magistrato della direzione nazionale antimafia e antiterrorismo Cesare Sirignano, intercettato in una conversazione con Luca Palamara indagato per corruzione dalla procura Perugia. La conversazione risale al maggio scorso ed è stata captata dagli inquirenti grazie al trojan che aveva trasformato in una microspia, portando a galla le trame tra magistrati e politici per pilotare le nomine ai vertici delle procure più iportanti d'Italia, prima tra tutte quella di Roma. La Prima commissione del Csm ha infatti definito la pratica di incompatibilità ambientale aperta nei confronti del Sirignano che, con Palamara, discuteva della nomina alla guida della procura di Perugia. Hanno votato a favore del trasferimento del collega i consiglieri Sebastiano Ardita, togato di Autonomia e Indipendenza, Emanuele Basile, laico della Lega, e Giovanni Zaccaro, di Area. Contro il trasferimento si è invece espressa la consigliera Conchita Grillo, di Unicost. Si sono astenuti i consiglieri Antonio D'Amato (A&I) e Filippo Donati (M5S).

Il trojan installato nel cellulare di Palamara aveva intercettato i dialoghi con cinque togati del Csm - che si sono dimessi dopo l'esplosione dello scandalo -, con due deputati del Pd, Cosimo Ferri e Luca Lotti, e anche con Sirignano. Con il pm della Direzione nazionale antimafia il 7 maggio scorso Palamara parlava dell'«individuazione di un candidato da appoggiare da parte di Luca Palamara per l’incarico di procuratore di Perugia», scrivono i finanzieri in un'informativa del 30 maggio. «Ma io non c’ ho nessuno a Perugia… zero» aveva detto il pm indagato per corruzione, informandosi su possibili nomi. «Nel prosieguo del dialogo si comprende che, secondo il citato collega, Palamara non avrebbe alternative (per problemi e logiche di correnti qui irrilevanti) se non appoggiare il candidato di cui parlano e a quel punto l’indagato chiede: Chi glielo dice che deva fare quella cosa lì». Per l'accusa Palamara sta parlando di un tentativo di delegittimazione del procuratore aggiunto di Roma, Paolo Ielo. «Deve aprire un procedimento penale su Ielo - dice infatti il pm indagato - cioè stiamo a parlà di questo…non lo farà mai».
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