Roma, l'uomo che ha sparato al ladro 16enne: «Avevano una spranga, non volevo ferirli. Ora ho paura»

Roma, l'uomo che ha sparato al ladro 16enne: «Avevano una spranga, non volevo ferirli. Ora ho paura»
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Domenica 28 Aprile 2019, 20:56 - Ultimo aggiornamento: 20:59

«Erano in tre, uno aveva una spranga. Volevo sparare senza ferirli ma il primo pensiero è andato alla mia ragazza che era in casa. Se quella persona non fosse entrata in casa mia non sarebbe successo nulla. Parla così anche Salvini? Magari lo dice in maniera più colorita, però il discorso è lo stesso. Ora ho paura di ritorsioni anche perché la mia pistola è stata ritirata e quindi non sono armato». A parlare è Andrea, il 29enne di Monterotondo che nel tardo pomeriggio di venerdì ha sparato nel tentativo di far scappare tre presunti ladri, colpendo un 16enne albanese con un precedente per furto, poi scaricato dai suoi presunti complici intorno alla mezzanotte al Gemelli di Roma in gravissime condizioni.

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«È stato un evento che uno non si aspetta di poter vivere – ha detto il 29enne ai microfoni de 'l’Italia s’è Desta' condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su 'Radio Cusano Campus' - sembra qualcosa di lontano che accade solo ai telegiornali e nei fatti di cronaca. Come è accaduto a me poteva accadere al vicino o a mia madre mentre non c’ero. Questo è il fatto che mi ha scosso di più, l’imprevedibilità di un evento simile. I dettagli li stanno raccogliendo gli inquirenti. C’è stata questa intrusione in casa. Ho sentito dei rumori, sono andato a prendere la pistola in cassaforte. Dopo aver preso la pistola dalla cassaforte sono andato verso la stanza dalla quale provenivano i rumori. Ho sentito una resistenza quando ho provato a spingere questa porta. Ho spinto con forza e mi sono trovato di fronte tre persone. Uno reggeva la porta per non farmi entrare e poi ce ne erano altri due. Me li sono trovati davanti con una spranga di ferro».
 

 

La reazione è stata immediata: «Ho sparato e loro si sono dati alla fuga. Quando li ho visti il mio primo pensiero è stato per la mia ragazza che si trovava al piano di sopra. Per me è stato un bello spavento. Il vantaggio di avere una pistola con me è stato quello di ottenere un effetto dissuasivo. Magari, in un corpo a corpo con tre malviventi poteva finire peggio. Con una pistola mi sono potuto difendere senza neanche arrecare tutti questi danni. Io ho cercato di sparare senza ferirli. A quanto mi hanno detto poi uno sarebbe stato colpito. Quanti colpi ho esploso? Non lo sapevo effettivamente. La cosa che mi ha colpito è che il rumore dei colpi, sotto effetto dell’adrenalina, sembrava rumore di miccette. Sono un tiratore sportivo, maneggio armi. Loro sono immediatamente scappati ma non ho visto l’auto con la quale scappavano. Quando se ne sono andati ho capito di aver sventato un rischio enorme. I miei genitori erano in Portogallo, pensavano di poter agire in modo indisturbato».

Lo rifarebbe? «Nel momento in cui una persona purtroppo intraprende un percorso di vita dedito al crimine è quella stessa persona a mettere in pericolo la sua vita. Se non fosse entrato nella proprietà - conclude - tutto questo non sarebbe successo».

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