Omicidio Roberta Siragusa, video di un uomo che le dà fuoco: svolta nelle indagini

Omicidio Roberta Siragusa, video di un uomo che le dà fuoco: svolta nelle indagini
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Mercoledì 26 Maggio 2021, 14:06 - Ultimo aggiornamento: 27 Maggio, 10:02

Un video con le immagini degli ultimi istanti di vita di Roberta Siragusa, la ragazza 18enne bruciata viva a gennaio scorso, è stato depositato nell'incidente probatorio in corso davanti al gip di Termini Imerese. Imputato di omicidio aggravato e occultamento di cadavere l'ex fidanzato della vittima Pietro Morreale, che avrebbe prima colpito la giovane, poi le avrebbe dato fuoco e infine ne avrebbe gettato il corpo in un dirupo. Nel video si vede un uomo che butta benzina e incendia la giovane. I fatti sono avvenuti nei pressi del campo sportivo di Caccamo. Dal video parrebbe che Roberta non sia morta subito, ma dopo minuti di agonia.

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Certamente la ragazza era viva mentre l'uomo le dava fuoco.

Dall'autopsia eseguita sul corpo, è emerso, sempre nel corso dell'incidente probatorio, che l'assassino l'ha percossa prima di bruciarla con un oggetto. La famiglia della giovane è rappresentata dai legali Giuseppe Canzone e Sergio Burgio che hanno assistito all'incidente probatorio. Il medico legale, infine, ha accertato che a causare la morta di Roberta sono state le lesioni determinate dalle bruciature. Pietro Morreale è detenuto da gennaio. Il giovane si è sempre difeso sostenendo che la vittima, dopo una violenta discussione, si era data fuoco da sola. È stato lo stesso Morreale a portare i carabinieri sul luogo del ritrovamento del corpo. Le immagini depositate oggi sono state girate dalle videocamere piazzate fuori a un bar vicino al campo sportivo.

 

Esclusa ipotesi suicidio

«Il consulente tecnico d'ufficio ha spiegato che la morte di Roberta Siragusa è 'stata determinata da arresto cardio-circolatorio e respiratorio conseguente al gravissimo stato di shock causato dalle estese e gravissime ustioni del capo e soprattutto del tronco e degli arti superiori, fino alla carbonizzazione di ampie parti della superficie corporeà». Lo rendono noto, riferendo le parole del medico legale, gli avvocati Sergio Burgio e Giuseppe Canzone al termine dell'incidente probatorio in corso davanti al gip per l'omicidio di Roberta Siragusa, la ragazza uccisa a Caccamo a gennaio. Imputato il fidanzato Pietro Morreale che l'avrebbe picchiata e bruciata viva.

«A tale gravissima condizione di shock, cosiddetto primario, la Siragusa è giunta per lo scatenamento di riflessi neurovegetativi da inibizione del simpatico ed eccitazione del parasimpatico derivanti dalla profonda angoscia e dall'intensissimo dolore certamente provenienti dalla stimolazione di recettori presenti nell'estesa superficie corporea interessata dall'ustione», spiegano i legali, sempre riportando il referto del medico. Dopo essere stata percossa i vestiti le sarebbero stati imbrattati di liquido infiammabile , poi sarebbe stato appiccato il fuoco. Roberta avrebbe avuto una agonia di 2-5 minuti. «I dati raccolti permettono di escludere l'ipotesi del suicidio o della morte accidentale», spiegano i due avvocati. Nel corso dell'udienza il pm ha depositato un video tratto da un sistema di video sorveglianza di un locale che si trova nei pressi del campo sportivo dove sarebbe avvenuto il delitto. Dal video si è visto chiaramente il corpo di una persona prendere a fuoco, la presenza di un uomo che si trovava vicino al corpo che poi si è allontanato ed è salito a bordo della macchina di Morreale.

L'uomo si è poi allontanato di qualche decina di metri posteggiando mentre il corpo di Roberta finiva di bruciare. «Sono state immagini forti, mostrate alla presenza dei genitori e del fratello di Roberta, sempre presenti in aula . - dicono i legali -Si è trattato di un video che ha spiazzato tutti i presenti e che dimostra in modo inconfutabile che Roberta è stata uccisa al campo sportivo , caricata in auto e gettata nel dirupo vicino il monte San Calogero. Ormai il gravissimo quadro indiziario a carico dell'indagato si è trasformato in un quadro probatorio gravissimo, che a nostro giudizio, non consente di potere formulare ipotesi investigative diverse».

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