L'ex segretario provinciale della Lega Nord di Bergamo, Franco Colleoni, è stato ucciso questa mattina nel cortile della sua casa di Dalmine: 68 anni, è stato colpito più volte alla testa con un corpo contundente e lasciato a terra. Attorno alle 11,30 uno dei figli lo ha trovato rincasando e ha avvisato sua madre e suo fratello, che vivono nella stessa grande abitazione formata da più appartamenti e dove, al pianterreno, si trova anche il ristorante 'Il Carrocciò che Colleoni gestiva da oltre vent'anni, di recente affiancato da uno dei figli.
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Chi è Franco Colleoni
I carabinieri di Treviglio indagano a 360 gradi: il fatto che l'abitazione di Colleoni sia stata trovata a soqquadro fa pensare a un furto degenerato, perché il padrone di casa potrebbe aver sorpreso i ladri.
Dalmine, ristoratore ucciso nel cortile della sua abitazione. «È stato colpito alla testa» https://t.co/0nqN0Z8Qmf
— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) January 2, 2021
Al vaglio ci sono anche le numerose telecamere comunali della zona. I carabinieri di Treviglio hanno anche repertato alcuni oggetti contundenti che sono stati trovati vicino al corpo di Colleoni: uno potrebbe essere l'arma del delitto, anche se la conferma si avrà dall'autopsia, che sarà eseguita tra lunedì e martedì all'ospedale Papa Giovanni XXIII, dove il corpo del ristoratore è stato trasferito al termine dei rilievi. Colleoni era molto noto nella Bergamasca: leghista della prima ora, aveva lasciato il partito nel 2004, dopo aver ricoperto anche l'incarico di segretario provinciale. Nel 2013 aveva poi dichiarato pubblicamente di aver votato il Movimento 5 Stelle, senza tuttavia poi impegnarsi più politicamente. Gli ideali erano rimasti quelli della Lega: in casa e nel ristorante sono affissi manifesti e slogan dei primi anni del Carroccio. A fine anni Novanta era stato anche impegnato nella Provincia di Bergamo: dal 1995 al 1999 aveva infatti ricoperto l'incarico di assessore provinciale nella Giunta guidata dall'allora presidente Giovanni Cappelluzzo.
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Negli stessi anni, a Dalmine, era anche in Consiglio comunale con Antonio Bramani, padre dell'attuale sindaco Francesco, che oggi ha raggiunto via Sertorio, dove si trova la casa teatro del delitto. «Conoscevo Franco da almeno 25 anni - ha detto il primo cittadino -. Spiace moltissimo, soprattutto di fronte a una morte così violenta. A prescindere dalla sua posizione politica, era sempre interessante parlare con lui perché aveva una visione intelligente delle cose, dava spunti mai banali». «Ricordo con stima e affetto Franco Colleoni - ha sottolineato il leader della Lega Matteo Salvini -: con lui ho condiviso anni di battaglie, di sconfitte e di vittorie. Ricordo i pranzi e le cene nel suo ristorante di Dalmine. Una preghiera per lui, condoglianze ai suoi cari». La caccia ai suoi assassini è aperta.
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