Ristoranti e bar si preparano alla ripartenza: boom di prenotazioni. E chiedono «isole pedonali per avere più tavoli»

Ristoranti e bar si preparano alla ripartenza: boom di prenotazioni. E chiedono «isole pedonali per avere più tavoli»
di Flaminia Savelli
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Martedì 20 Aprile 2021, 11:15 - Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 07:51

Ristoranti e bar si preparano alla ripartenza: boom di prenotazioni da Roma a Milano. Ma in attesa del prossimo decreto (in vigore dal 26 aprile) si riaccende la miccia della protesta. Dopo le manifestazioni della scorsa settimana in cui i piccoli imprenditori della ristorazione chiedevano riaperture a pranzo e a cena, ora si apre infatti un nuovo fronte. Perché l'allentamento delle restrizioni anti Covid prevede la riapertura delle attività ma solo negli spazi all'aperto. Un altro colpo durissimo per il settore: dei 192mila ristoranti, il 25% non potrà ripartire. Così nella Capitale, per esempio, sei mila attività continueranno a lavorare solo con l'asporto. Anche se è stato già attivato un tavolo di confronto per risolvere la spinosa questione: «La proposta è quella di attivare delle isole pedonali, in questo modo potranno servire ai tavoli anche quei piccoli locali del centro storico che ancora non hanno uno spazio esterno. Non ci sono alternative se le regole verranno confermate» annuncia Sergio Paolantoni, presidente della Fipe-Confcommercio di Roma. Invece i ristoranti con terrazzi e giardini, hanno già aperto il registro delle prenotazioni con il primo tutto esaurito - sia a pranzo che a cena - della stagione. Non senza qualche perplessità: «Abbiamo prenotazioni con doppi turni fino al primo maggio. Ma non sappiamo come comportarci in caso di mal tempo: non è stato chiarito se in quel caso possiamo ospitare i nostri clienti all'interno per terminare il pasto» spiega Ruggero Barbadoro, presidente Fiba Confesercenti e titolare di un ristorante sul litorale romano.
Restano però gli esclusi dalle nuove regole sanitarie che ieri mattina si sono organizzati e per cinque ore hanno bloccato il traffico verso Firenze, Torino e Perugia.

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LE PROTESTE


Il primo blocco è andato avanti per cinque ore sulla A1, tra Firenze e Arezzo.

Quando i ristoratori di Tutela nazionale imprese (Tni Italia) hanno bloccato il traffico in entrambe le direzioni all'altezza del casello di Incisa (Firenze). Durante la protesta, un'auto ha investito uno dei manifestanti ferendolo a una spalla. Un altro, in un incidente analogo, avrebbe riportato una contusione a un braccio. L'automobilista che avrebbe urtato il manifestante è stato poi fermato poco dopo e identificato. A rintracciarlo, all'altezza del casello di Barberino del Mugello (Firenze) sulla A1 in direzione Nord, una pattuglia della polizia stradale di Firenze Nord.


Ancora una volta è stato chiarito il motivo della protesta: «Ci sono imprenditori - ha spiegato il presidente di Tni, Pasquale Naccari - gente stanca di subire, che vorrebbe riaprire e tornare a lavorare, rispettando i protocolli di autogrill e mense. Vorrebbero lavorare, e non all'esterno con il freddo». Il corteo si è sciolto poco dopo le 14 quando i ristoratori sono ripartiti. Ma: «Abbiamo creato notevoli disagi - ha sottolineato Naccari- il messaggio forte è arrivato». In prima linea sulla A1 tra clacson, bandiere e striscioni c'era anche Ermes Ferrari, il ristoratore modenese che nella protesta di Montecitorio a Roma era vestito da sciamano come Jake Angeli a Capitol Hill.

Una protesta. quella del sei aprile, in cui si erano registrati diversi momenti di tensione e che si era conclusa con 7 persone fermate e due feriti lievi: «Mentre la gente piangeva davanti al Parlamento e chiedeva un aiuto - ha commentato - tutti si sono concentrati solo su un cappello e due corna».

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DA TORINO A PERUGIA


Intanto pure a Torino ristoratori e partite Iva si sono organizzati con una trentina di veicoli che hanno bloccato il traffico sulla tangenziale in direzione sud, all'altezza dello svincolo della Statale 24 a Collegno. «Vogliamo chiarezza e tornare a lavorare la sera», hanno spiegato i promotori che poi hanno raggiunto l'autogrill di Allamano.


Infine è stata bloccata la carreggiata nord della E45 alle porte di Perugia. Il blocco è andato avanti nella zona di Ponte San Giovanni per circa mezz'ora. La circolazione è tornata alla normalità solo dopo l'intervento degli uomini della Digos della questura di Perugia che hanno fermato e identificato i manifestanti.
 

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