Sanità, la Cassazione apre ai rimborsi
per i medici specializzati prima del 1982

Sanità, la Cassazione apre ai rimborsi per i medici specializzati prima del 1982
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Giovedì 30 Gennaio 2020, 18:43
Anche per i medici che si sono specializzati prima del 1982, sinora esclusi, si accende la speranza  per accedere ai rimborsi per il corretto trattamento economico finora negato dallo Stato violando le direttive Ue in materia. La Cassazione ha infatti rimesso in discussione il principio temporale della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea del 24 gennaio 2018 che limitava i rimborsi al periodo successivo all’anno 1982 e per effetto dell’ordinanza 821/2020 emessa lo scorso 16 gennaio dalla Sezione Lavoro della Cassazione la questione è stata rinviata al primo presidente affinché valuti di rimetterla alle Sezioni Unite.

La decisione è scaturita da un ricorso presentato dal network legale Consulcesi in virtù dei due orientamenti creati dalla sentenza della Corte di Giustizia europea del gennaio 2018: uno più restrittivo che riconosceva il diritto solo in favore degli iscritti nel 1982 e l’altro più ampio favorevole anche chi si era immatricolato prima. «Dopo diverse sentenze restrittive – commenta il presidente di Consulcesi, Massimo Tortorella – la sezione lavoro della Cassazione ci dà ragione ed ammette che effettivamente anche l’interpretazione ampia è valida. Quindi anche gli iscritti prima del 1982 hanno diritto al rimborso come da noi sempre sostenuto».

Grazie alle azioni collettive promosse da Consulcesi, ad oggi sono stati riconosciuti oltre 500 milioni di euro a migliaia di medici che tra il 1978 ed il 2006 si sono specializzati senza ricevere il corretto trattamento economico per la tardiva applicazione da parte dello Stato italiano alle direttive Ue in materia. Il caso interessa oltre 110 mila professionisti e negli anni, proprio alla luce delle numerose sentenze favorevoli ai ricorrenti e al continuo esborso di fondi pubblici, sono state proposte soluzioni normative mirate ad un accordo transattivo tra le parti.

«È opportuno che il Parlamento italiano si riappropri del suo ruolo – commenta il presidente di Consulcesi Massimo Tortorella – e vari quella soluzione di legge che da anni auspichiamo e che ha sempre trovato un supporto bipartisan non solo in Italia ma anche Bruxelles. Abbiamo aperto un dialogo con il presidente David Sassoli ed il suo predecessore Antonio Tajani, con il vicepresidente Fabio Massimo Castaldo, con gli eurodeputati Antonio Rinaldi e Pietro Bartolo, medico simbolo di Lampedusa peraltro rimborsato nei mesi scorsi, e tutti hanno in più occasioni concordato sulla necessità di chiudere la vertenza. Ne gioverebbero sia lo Stato che il ‘sistema salute’ con un concreto risparmio di fondi che potrebbero essere reinvestiti proprio nella sanità pubblica, a vantaggio di operatori e pazienti». Per ottenere le informazioni e supporto legale, è a disposizione il sito www.consulcesi.com oppure è possibile contattare il numero verde 800.122.777.
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