Open Arms, Richard Gere: «Io Salvini lo chiamo Baby Trump»

Richard Gere: «Io Salvini lo chiamo Baby Trump»
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Lunedì 19 Agosto 2019, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 12:58

Dopo le frenetiche vicende degli ultimi giorni, non si placano le polemiche sul caso Open Arms. In scena c'è ancora una volta l'attore Richard Gere che, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha parlato della sua visita sulla nave di soccorso spagnola e del caso che si è successivamente venuto a creare con il leader della Lega e Ministro degli Interni Matteo Salvini.

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«Se il vostro ministro spendesse del tempo con quelle persone, ascoltasse le loro storie, i loro traumi familiari, cambierebbe la sua visione. Lui fa di un'emergenza umana un caso politico. Ma è cattiva politica. Ho ammirato invece il ministro della Difesa Elisabetta Trenta: lei questo caso non può separarlo dalla sua coscienza».

L'attore americano si dice poi pronto ad un eventuale incontro con Salvini: «Sì, e sono sicuro che non è come si presenta in pubblico. Avrà una famiglia, figli, genitori. Vede la politica come un pretesto per aumentare il consenso. La vita può essere semplice, se sei onesto e parli con il cuore».

Rispondendo poi a tono alle parole del vicepremier leghista che lo ha invitato, a più riprese, ad accogliere i migranti e i rifugiati a casa sua, Richard Gere amplia la prospettiva del suo discorso e soprattutto del problema dell'immigrazione, fenomeno ormai globale: «Il mondo ha gli stessi problemi. Noi abbiamo rifugiati da molti Paesi dell'America centrale. Il ministro dell'Interno ha la stessa mentalità del presidente Trump. Infatti io Salvini lo chiamo Baby Trump. Usa la stessa ignoranza in senso radicale, fanno leva su paura e odio.

Dobbiamo fermare Trump».
E spiega anche come: «Nominando un altro presidente. Obama era stato bravo a tenere unite le comunità. Mi chiede se Trump è così popolare? No, non lo è. Secondo i sondaggi, il 60 per cento della popolazione lo disapprova. E i repubblicani non sono la maggioranza del Paese».
 

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