Rave party Viterbo, organizzatori senza volto: così (per ora) la fanno franca

Rave party Viterbo, organizzatori senza volto: così (per ora) la fanno franca
di Camilla Mozzetti e Giuseppe Scarpa
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Venerdì 20 Agosto 2021, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 21 Agosto, 10:18

VALENTANO (VITERBO) - Chi ha raccolto l’adesione di almeno 8 mila ragazzi da tutta Europa spingendoli ad arrivare, con tutti i mezzi che hanno potuto, nelle campagne del viterbese? Inquirenti e investigatori avrebbero già chiaro il quadro degli organizzatori del Rave party “Teknival space travel 2” partito in sordina nella proprietà privata di un imprenditore agricolo, Piero Camilli, e deflagrato poi dopo che un giovane è morto annegato nelle acque del lago Mezzano, due ragazze hanno detto di essere state violentate (solo una formalizzerà la denuncia), altri quattro giovani sono finiti in ospedale in coma etilico e altri tre ieri, durante le operazioni di abbandono dell’area, sono stati soccorsi nei presidi di zona in stato di forte agitazione e intossicazione da alcol e droghe.

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Il procuratore capo di Viterbo, Paolo Auriemma, per la scomparsa di Gianluca Santiago, 24 anni, annegato mentre migliaia di giovani si facevano esplodere i timpani dalla musica, ha aperto un fascicolo per morte come conseguenza di altro reato.

Il magistrato attende un’informativa che arriverà nelle prossime ore sulla sua scrivania e potrebbe contenere dettagli utili sugli organizzatori. Al momento gli investigatori hanno isolato questo scenario: otto gruppi (“tribe” nel gergo dei Rave) principalmente del Nord Italia con innesti francesi, che il 19 giugno sono stati bloccati a Nizza perché intenti a organizzare un altro evento, avrebbero tenuto in mano le redini del Rave di Valentano. Gli stessi che, stando alle prime verifiche avrebbero anche pensato di “esportare” lo stesso modello di raduno in Grecia. Il Rave è stato promosso principalmente in rete ma all’ombra dei grandi social e si è diffuso grazie a un tam-tam su sistemi di messaggistica istantanea meno conosciuti rispetto a Whatsapp. Identificati in 5 mila bisognerà dimostrare che tra questi fisicamente c’erano anche gli organizzatori dal momento che coloro che hanno trattato con le autorità per liberare l’area si sono sempre presentati come meri “portavoce”. Nelle indagini sono entrati oltre ai carabinieri, agli uomini di Digos e Squadra Mobile della Questura di Viterbo anche gli agenti della polizia postale ma il lavoro è laborioso. Anche sul fronte delle contestazioni dei reati. 

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LA PISTA
Gli investigatori lavorano poi a un’altra pista: considerata la scelta del posto, a dare una mano agli organizzatori pare sia stata anche una “cellula” italiana e magari proprio viterbese. Il terreno di proprietà di Piero Camilli è vasto almeno 700 ettari, quelli occupati sono stati non più di 30 ma si trovavano in un’area ben “protetta” e lontana dai centri abitati. A titolo esemplificativo nei primi anni 2000 sulle sponde del lago di Bolsena si svolse un altro Rave e qualche anno più tardi un analogo appuntamento ci fu a Montalto di Castro ma tutti comunque in zone meno difficili da raggiungere e da scovare. Non solo, tra gli organizzatori c’era la certezza di avere un lago nelle vicinanze dove poter trovare ristoro, acqua a disposizione (quella usata nell’irrigazione dei campi e per l’abbeveramento del bestiame) ed elettricità, considerati i capannoni e le attività agricole svolte. Dopo la denuncia di Camilli le forze dell’ordine hanno provato, ad esempio, a sospendere l’acqua come disincentivo per i partecipanti ma poi è stata riallacciata per necessità legate all’azienda agricola e per il rischio di incendi. 

LE CONSEGUENZE
E mentre il sindaco di Valentano Stefano Bigiotti si augura che «questa tragedia non resti priva di conseguenze: la politica inizi una seria riflessione su come tutto questo sia potuto succedere e non si sia potuto prevenire» al momento le uniche conseguenze sono della proprietà. Camilli dovrà far fronte alla bonifica dell’area e alla rimozione delle tonnellate di rifiuti perché la zona è di fatto privata e dovrà provvedere alla perdita di parte del bestiame: una decina le pecore azzannate dai cani e una ventina le mucche ormai inutilizzabili perché stordite dalla musica andata avanti per sei giorni. Intanto sulla gestione del Rave il centrodestra e parte del Movimento 5 Stelle (per voce di Roberta Lombardi) attacca il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Ma la responsabile del Viminale ha già convocato per oggi i Prefetti di Grosseto e Viterbo al fine di capire cosa sia accaduto dopo l’arrivo dei primi partecipanti.

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