Legnago, rapina in una sala slot: titolare 60enne ucciso a sprangate

Rapina in sala slot a Verona, ucciso a bastonate il titolare: il corpo è stato scoperto dalla socia in affari
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Lunedì 23 Dicembre 2019, 13:41 - Ultimo aggiornamento: 24 Dicembre, 16:32

Ha ucciso a colpi di spranga il titolare di una sala giochi, ha razziato il denaro in cassa, circa tremila euro, e poi è fuggito. Pochi sono gli indizi, al momento, per risalire all'identità dell'assassino di Mario Piozzi, proprietario della sala slot e videolottery 'Qui gioco' di Legnago, nella bassa Veroneseritrovato ieri sera in una pozza di sangue all'interno del suo locale. L'uomo, 60 anni, originario di Quinzano d'Oglio, nel bresciano, ma da tempo trasferito nella bassa veronese, è morto durante il trasporto all'ospedale per i gravi traumi riportati alla testa. 

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A scoprire Piozzi, poco meno di un'ora dopo l'aggressione, è stata la figlia della sua socia, che ha un appartamento nella stessa palazzina. La ragazza ha chiamato la madre, la quale ha fatto intervenire i carabinieri.

Secondo la prima ricostruzione dei militari del Comando provinciale, l'omicida, a volto coperto, è entrato nel locale di via dei Caduti scassinando la porta sul retro. Un particolare che farebbe pensare che conoscesse molto bene il luogo e soprattutto l'ubicazione dell'uscita secondaria, a pochi metri di distanza da una strada centrale e molto trafficata.

Varcata la porta si è trovato di fronte il titolare: anzichè scappare lo ha affrontato colpendolo alla testa più volta con una spranga, che non è stata ancora ritrovata. Poi, con assoluto sangue freddo, si è diretto alla cassa e si è impossessato con tutta calma del denaro che vi era custodito, dandosi alla fuga. Poco utili per l'individuazione del responsabile sembrerebbero essere, al momento, le telecamere di sicurezza della sala giochi, posizionate con angolature che non aiutano il lavoro degli investigatori. Si stanno perciò visionando anche le immagini raccolte dalle telecamere delle case vicine, dai cui frammenti si potrebbe comprendere qualcosa almeno sull'allontanamento dell'assassino.

La pista più seguita porta, per ora, ad uno dei frequentatori abituali del locale, una persona probabilmente conosciuta molto bene dalla vittima. Questo spiegherebbe la singolare ferocia dell'omicida e il suo accanimento sulla vittima già a terra, anche dopo il primo colpo al capo. Desta perplessità tanta rabbia, peraltro, in relazione all'esiguità del bottino della rapina.

Non viene escluso, infatti, che a spingere l'assassino al colpo disperato sia stato proprio il periodo natalizio e la necessità di procurarsi del denaro facile da spendere nell'immediatezza delle feste. Gli accertamenti puntano inoltre a mettere a fuoco le amicizie e le frequentazioni non solo lavorative di Piozzi, prima barista, poi tabaccaio e infine titolare di una sala slot. Seguendone gli spostamenti dal bresciano al lago di Garda e infine a Legnago.

I Carabinieri sottolineano che nulla nel passato dell'uomo mostrerebbe misteri. La sua sala giochi non era mai stata al centro di fatti di cronaca e il suo percorso professionale non celerebbe ombre.

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