Dai quadri di De Chirico e Guttuso, alle stampe originali di Modigliani e Monet: centoventi opere preziose sono state rubate dalle sedi della Rai e sostituite con riproduzioni false. Un danno milionario sul quale non sta indagando solo la Procura di Roma: ora sul caso del sacco della Rai è scesa in campo anche la Corte di conti del Lazio. Nel mirino dei magistrati ci sono l'omessa vigilanza e la mancanza di dispositivi di sicurezza idonei a proteggere dipinti di valore, spariti nel corso degli anni dalle pareti delle sedi dell'azienda senza che nessuno se ne accorgesse, o protestasse. Nei giorni scorsi negli uffici dei dirigenti è arrivata una richiesta di chiarimenti: la Corte dei conti ha dato tempo fino alla fine di giugno per inviare una relazione sulla «regolarità dei beni artistici gestiti dalla Rai» e, nello specifico, sulla mancanza all'appello di circa 120 opere. A indagare è il viceprocuratore regionale Oriella Martorana. Il sospetto è che il danno erariale per le casse pubbliche sia milionario e potrebbe doverne rispondere chi, all'interno dell'azienda di Stato, non ha preso tutte le precauzioni necessarie a mettere in sicurezza statue e dipinti. Ma non è escluso che l'inchiesta si allarghi ancora: le opere sparite, probabilmente trafugate da un gruppo di dipendenti infedeli che le hanno sostituite con quadri falsi, potrebbero essere molte di più. Il patrimonio Rai comprende infatti 1.500 tra tele, arazzi e sculture di pregio. E adesso, dopo la scoperta fatta dai carabinieri del comando Tutela patrimonio culturale, le verifiche sono in corso in tutta l'Italia.
Guttuso, Monet, De Chirico, il grande sacco della Rai: «Rubate 120 opere d’arte»
Rai, quadro rubato da un corridoio negli Anni 70: al suo posto una copia, il giallo di viale Mazzini
LA DENUNCIA
LE OPERE
Non si trovano, per esempio, quattro miniature, alcune in bronzo e altre in argento, del Cavallo dello scultore Francesco Messina. Dalla sede di viale Mazzini sono scomparsi Il Colosseo di Giovani Stradone, Vita nei Campi di Giorgio De Chirico, La Domenica della Buona Gente di Renato Guttuso. Mentre da quella di Torino, in via Verdi, è sparito Porto di Genova di Francesco Menzio. Nessuna traccia nemmeno di Composizione di Carol Rama, Kovancina di Felice Casorati, Dieci anni di televisione in Italia di Vincenzo Ciardo, Castello d'Issogne di Gigi Chessa, Giuditta di Carlo Levi, Parete Rossa di Sante Monachesi, Piazza di Luigi Spazzapan, Tristano e Isotta di Massimo Campigli, Tela Bianca di Angelo Savelli, Apologia del Circo di Giuseppe Santomaso, Orfeo di Gianni Vagnetti, Serata d'Epifania di Achille Funi e Numeri di Ugo Nespolo. Mancano all'appello pure stampe di Modigliani, Sisley, Corot, Monet e Piranesi. E adesso i magistrati stanno iniziando a fare la conta dei danni, visto che i pezzi erano stati acquistati con denaro pubblico.
Sul caso è intervenuto il deputato di Iv Michele Anzaldi, segretario della commissione parlamentare di vigilanza: «Da quello che si legge, la vicenda ha delle proporzioni e dei rilievi tali che è opportuno che la magistratura approfondisca in modo dettagliato. Proporrò in ufficio di presidenza la convocazione su questo tema dell'ad della Rai Salini affinché spieghi cosa è accaduto».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout