Ragusa, il giallo del mediatore ivoriano scomparso: denunciò il cantiere dove lavorava. L'ultimo video: «Qui c'è la morte»

La procura indaga per omicidio colposo e soppressione di cadavere: il sospetto è che possa essere stato vittima di un incidente

Ragusa, il giallo del mediatore ivoriano scomparso: denunciò il cantiere dove lavorava. L'ultimo video: «Qui c'è la morte»
di Michela Allegri
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Domenica 18 Dicembre 2022, 08:39

Il 2 luglio è scomparso nel nulla. Non ci sono più state notizie di Daouda Diane, mediatore culturale ivoriano, sparito dopo avere pubblicato un video in cui denunciava situazioni di caporalato e di mancata sicurezza nell'azienda per cui lavorava, in provincia di Ragusa. La procura indaga per omicidio colposo e soppressione di cadavere: il sospetto è che possa essere stato vittima di un incidente. Forse, all'interno dei cantieri dove ha trascorso la giornata prima che venissero perse le sue tracce. Nelle scorse settimane l'azienda, la Sgv Calcestruzzi, è stata perquisita.

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I FILMATI
Daouda si era recato nella sede l'ultimo giorno in cui è stato visto.

E proprio dai cantieri dell'azienda aveva registrato un video in cui denunciava la mancanza di sicurezza. «Vedete questo posto dove lavoro? - diceva nel filmato, diffuso sui social e sottotitolato dal sindacato Usb Ragusa, con cui il giovane mediatore collaborava - qui c'è la morte. Poi torniamo al nostro paese raccontando solo bugie, fingendo di essere felici. C'è un posto dentro questa fabbrica che è molto pericoloso». Prima di sparire, ha inviato il video al fratello e al coinquilino. Daouda, 37 anni, originario della Costa D'Avorio, lavorava come operaio e mediatore culturale in un centro d'accoglienza straordinaria di Acate, in provincia di Ragusa. A cercarlo sono i carabinieri, che stanno effettuando rilievi anche nei terreni intorno alla ditta insieme agli uomini del nucleo cinofilo, utilizzando i cani molecolari. I proprietari nei mesi scorsi avevano detto che il trentasettenne si era presentato chiedendo un impiego, ma di non averlo assunto. E avevano aggiunto che il 2 luglio - l'ultimo giorno in cui è stato visto vivo - si sarebbe limitato a spazzare il cortile antistante l'impianto di calcestruzzi, ottenendo in cambio una piccola somma. Gli amici, però, hanno raccontato che Daouda aveva un lavoro, che gli aveva consentito di mettere da parte del denaro che avrebbe voluto portare alla famiglia in Costa D'Avorio, dove progettava di tornare a breve. Aveva già comprato il biglietto aereo: la partenza era prevista il 22 luglio. Ad aspettarlo, il figlio di 8 anni e la moglie. Non c'è stato tempo. Il 2 del mese è scomparso.


LA DENUNCIA
Proprio quel giorno, dalla Sgv, il giovane aveva mandato due video al fratello e al coinquilino. Nel primo filmato si vede il trentasettenne mentre indossa come unica protezione una mascherina chirurgica e un paio di vecchie cuffie sulle orecchie: sta usando un pesante martello pneumatico per pulire una betoniera e non indossa né i guanti, né una tuta. Nel secondo filmato l'ivoriano denuncia invece la difficoltà delle condizioni di lavoro che dice di stare vivendo: «Molti di noi raccontano alle proprie famiglie di avere impieghi più nobili, perché ci vergogniamo di queste condizioni». E ancora: «Qui si muore». Poi, il silenzio.
Ora le indagini puntano a chiarire se Daouda sia effettivamente morto sul luogo di lavoro, a causa di un malore, o di un incidente. Dalle 14.30 del 2 luglio il telefono del giovane non ha più squillato. Il trentasettenne non è più tornato a casa e non ha più dato notizie ad amici e parenti. Non si è più fatto sentire nemmeno con i colleghi dell'associazione Medintegra, dove lavorava. Sono stati loro a denunciare per primi la scomparsa.
La perquisizione nelle aree di lavoro e negli uffici della Sgv Calecestruzzi è del 7 dicembre scorso. Ma i carabinieri erano già stati in precedenza nell'azienda per capire quale fosse il rapporto di lavoro dell'ivoriano. I titolari, comunque, hanno ribadito che Daouda il 2 luglio è andato via dal cantiere con le sue gambe. I carabinieri lo hanno cercato ovunque, usando anche i droni. Quando hanno ispezionato la sua casa hanno trovato tutte le sue cose: effetti personali, soldi, il biglietto aereo per la Costa d'Avorio.

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