Puglia, il mistero delle bottigliette di ketchup americane che arrivano sulle spiagge: vengono da una portaerei Usa?

Tra le ipotesi formulate la caduta di un carico da un mercantile o da una portaerei americana che ha navigato il Mediterraneo nei mesi di tensione per la guerra in Ucraina

Puglia, il mistero dei Ketchup americani che arrivano in massa sulle spiagge: «Forse "persi" da una portaerei americana?»
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Venerdì 3 Marzo 2023, 17:38 - Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 15:40

Centinaia di bottigliette di ketchup americane stanno arrivando sulle coste pugliesi con le mareggiate invernali. Da dove vengono? Un mistero ancora non chiarito. A denunciare lo strano fenomeno è la pagina "Archeoplastica", un progetto nato nel 2021 per sensibilizzare le persone sui rischi che i rifiuti in plastica rappresentano per l'ambiente. Il fondatore Enzo Suma, 41enne di Ostuni, ogni giorno perlustra le spiagge della provincia di Lecce per raccogliere i residui di plastica che il mare restituisce. Trova di tutto: barattoli di crema degli anni '80, pettini e spazzolini. Ma non aveva mai visto un fenomeno come quello di quest'anno. «In diverse spiagge, soprattutto del sud della Puglia ho cominciato a notare l'arrivo di decine di barattoli di ketchup, tutti della stessa marca. Alcuni sono vuoti, altri hanno ancora il prodotto e molti sono scaduti, ma da poco tempo» racconta. 

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Oltre 300 bottiglie di ketchup sulle coste pugliesi 

A caratterizzare le bottiglie è la presenza di un codice a barre che inizia per 0 e indica che il prodotto è stato confezionato negli Stati Uniti. Enzo ha raccolto oltre 300 bottiglie, quasi tutte nel litorale di Brindisi e Lecce. Ma dopo che ha reso nota la notizia online gli sono arrivate tante foto simili da diverse aree della Puglia: dal sud (Santa Maria di Leuca), alla costa Ionica di Taranto e quella adriatica di Bari.

E addirittura una da Ancona, nelle Marche. «È una vera anomalia, solitamente qui arrivano prodotti provenienti da est e dai balcani, ma solo una volta avevo trovato una schiuma da barba americana» spiega Enzo Nell'area di Gallipoli, poi sono arrivate in massa bottigliette di Maionese ancora sigillate.

 

A infittire il mistero c'è anche l'arrivo in spiagge diverse di sacchi di yuta con la scritta "Caffe". All'interno in uno di questi c'erano diversi prodotti americani: bottiglie di ketchup (diverse da quelle trovate nelle altre spiagge), maionese, the alla pesca, caramelle gommose, salse per condire. In particolare un sacco ritrovato nel litorale di Taranto ha viaggiato in mare per circa due mesi e conteneva salviettine, detersivi e prodotti per la pulizia. 

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Carico perso da un mercantile o da una portaerei americana?

Le ipotesi formulate dagli utenti online su Archeoplastica sono principalmente tre: che si tratti di un "carico perso" e accidentalmente caduto in mare durante un trasbordo da qualche mercantile. Oppure che si tratti di rifiuti (raccolti in sacchi di yuta) che poi sono stati gettati in mare o ci sono caduti per errore. Ma chi può aver consumato questa grande quantità di ketchup? «Potrebbe trattarsi di una nave da crociera americana, ma mi sembra poco probabile perché le confezioni che troviamo sono spesso monouso, e non credo sia il formato utilizzato in queste navi» ragiona Enzo.

L'ultima idea, forse anche la più suggestiva, è quella che si tratti di Ketchup, Maionese e altri prodotti "caduti in mare" da una portaerei americana (come la Truman) che ha navigato sul Mediterraneo centrale e orientale, passando anche vicino alle coste pugliesi in questi mesi di tensione per la guerra in Ucraina. «Queste navi militari sono vere città galleggianti, le scorte di prodotti di ogni genere non mancano a bordo» sottolinea Enzo.

In assenza di prove o rivendicazioni del carico, però, la verità però rimane ancora un mistero. E i rifiuti in plastica continuano ad arrivare. 

Archeoplastica sensibilizza sulla plastica in mare

Nata nel 2021 la pagina Archeoplastica conta oltre 300mila followers. Il progetto mira a sensibilizzare sull'impatto ambientale della plastica, senza colpevolizzare ma sfruttando una narrativa pop e vintage e l'effetto nostalgia. Nella pagina a cui oltre Enzo si sono uniti molti "raccoglitori di plastica" sparsi in tutta Italia, vengono postate foto di prodotti di ogni tipo e ne ricostruisce, con l'aiuto dei commenti, la storia: «Vedere la bottiglia di crema anni 60 famosa che è ancora praticamente integra dopo 40 anni in mare in un primo momento suscita dei ricordi, poi fa riflettere sull'impatto ambientale di questo materiale» spiega l'ideatore del progetto. 

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