L'allarme del procuratore capo Greco: «La Lombardia è la terra degli evasori fiscali»

L'allarme del procuratore capo Greco: «La Lombardia è la terra degli evasori fiscali»
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Mercoledì 24 Ottobre 2018, 00:01
MILANO «La Lombardia è la terra degli evasori fiscali». Il procuratore capo di Milano, Francesco Greco, spiazza la platea del convegno organizzato da Bankitalia per discutere di “Costo della criminalità e tutela delle imprese”. «È un problema serio - aggiunge - La Lombardia è di gran lunga al primo posto, poi ci sono il Piemonte e l’Emilia Romagna».

SI' ALLA VOLUNTARY DISCLOSURE
.I dati a cui fa riferimento il magistrato sono quelli della prima voluntary disclosure per l’emersione dei capitali. Nel 2015, «il 49,07% delle istanze» è arrivato dalla Lombardia, ricorda Greco, e rappresentava tra il 45% e il 48% del valore complessivo delle attività regolarizzate, ammontato a 59,5 miliardi di euro. Numeri preoccupanti, riflette il magistrato, ma «mi fa piacere pensare che qui si sia creato un network positivo, un circolo virtuoso, tra procura, guardia di finanza, agenzia delle entrate, commercialisti e per questo motivo c’è stata una maggior richiesta» di emersione dei capitali portati all’estero o tenuti nascosti in Italia. Per il procuratore capo la voluntary disclosure è un meccanismo positivo, «perché è difficile aggredire capitali all’estero. Quindi meglio farli rientrare pacificamente». In più «ci ha dato modo di creare un patrimonio informativo enorme, in base al quale tutt’ora stiamo organizzando per le nostre attività di indagine». Solo dalla Svizzera, ad esempio, sono arrivati 400 mila conti bancari. E proprio dal territorio elvetico è rientrato il 70% dei capitali, poi dal Principato di Monaco (7,7%), Bahamas (3,7%), Singapore (2,3%), Lussemburgo (2,2%) e San Marino (1,9%). Se nel 2015 la Lombardia è risultata «di gran lunga al primo posto», le tabelle ricordano che dietro si sono piazzate Piemonte (13,5%) ed Emilia Romagna (7,2%). Quarto il Veneto, seguito da Lazio (5,5%), Liguria (5,49%) e Toscana (4,1%).

BANCA DATI CONTRO LA MAFIA
Una preoccupazione forte è emersa anche sul fronte della criminalità organizzata.
Come rileva il vicepresidente di Assolombarda Antonio Calabrò: «Il costo per le imprese, per la presenza di mafia, camorra e ‘ndrangheta è molto alto. Si turba il mercato e si introducono elementi di concorrenza illecita, che penalizzano chi lavora onestamente. C’è un timore molto forte per le imprese». E aggiunge: «L’evasione fiscale, la corruzione e le illegalità mettono in seria difficoltà il meccanismo economico della Lombardia, del Piemonte, dell’Emilia Romagna, della Liguria e del Veneto, le aree in cui cresce di più il sistema Paese». Serve dunque massimo impegno: «Ci sono molti anticorpi, un ottimo lavoro già in corso da parte degli inquirenti e della magistratura. Un lavoro fatto anche dall’Anac, ma è necessario anche avere una sensibilità dell’opinione pubblica, a partire dal mondo delle imprese. La mafia è un concorrente assoluto della civiltà». Anche il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, sottolinea che «il codice degli appalti non basta più, le mafie hanno trovato strade diverse per acquisire gli appalti che lo superano». Serve semmai «una banca dati per inserire le imprese che partecipano agli appalti e smascherare i cartelli che puntualmente vengono costituiti» dalle organizzazioni criminali.
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