Relazioni a distanza di sicurezza, primi appuntamenti concordati tramite app. Un escamotage per evitare la solitudine ai tempi del Covid, ma che non può funzionare per i giovanissimi, alle prese con i primi amori.
La pandemia ha avuto un forte impatto sulle relazioni, specie dei più giovani. «Il Covid - dice Umberta Telfener, psicoterapeuta familiare - ha amplificato le caratteristiche individuali di tutti, non c'è stata una reazione univoca alla pandemia. Chi era già timido lo è diventato ancora di più, ne ha approfittato per chiudersi in casa, mentre chi era estroverso è riuscito a sfruttare ogni situazione utile per cercare di assecondare la sua sete di rapporti. Se da un lato molte persone hanno usato piattaforme di incontri, dall'altro lato per i più giovani, alle prese con le prime relazioni, il periodo della pandemia è stato più complicato. È stato più difficile per i primi amori». Per molti, addirittura impossibile.
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Il muretto che non c'è
«Per sviluppare i primi sentimenti di innamoramento - prosegue - non basta incontrarsi online. È mancato vedersi a scuola, in palestra, facendo sport, al muretto». I ragazzi hanno reagito all'isolamento cercando nuovi orizzonti. «C'è stato un maggiore consumo di internet, di social, di quelli che sono strumenti di socialità». Attenzione, specifica la psicoterapeuta, «i social e internet sono uno strumento meraviglioso, ma non devono essere l'unico veicolo di relazione». La fine delle restrizioni più dure non ha sanato la situazione. «Il vero lockdown è stato l'anno scorso, ma era anche un momento in cui le persone erano unite per vincere questa battaglia - spiega Telfener - Adesso c'è più sfiducia, nei ragazzi sono aumentate depressioni e paure».
Le storie
«Durante il lockdown - afferma Francesco, 17 anni, romano, al liceo classico - ero fidanzato. Abitavamo abbastanza vicini e con la scusa di andare a correre, ogni giorno passavo da lei. In generale, però, il modo per incontrarsi era lo schermo e questo, dopo un po' ha portato a un allontanamento, ha spento progressivamente la voglia di vedersi». Lorenzo, 17 anni, di Crema, membro ScuolaZoo, che studia marketing, invece, si è fidanzato con una coetanea di Cremona. «L'ho conosciuta in una riunione online per la scuola - racconta - ci siamo sentiti per questioni scolastiche e dopo un po' il dialogo è diventato più personale. Ci siamo incontrati ed è scattato qualcosa. Poi, ci sono stati tanti messaggi, videochiamate, chat. Eravamo sempre in casa, quindi il tempo per parlare non mancava. Certo, se ci penso, probabilmente avviare così la storia è stato triste. Non ho esperienza ma credo che le fasi iniziali siano quelle nelle quali si sta sempre insieme, la pandemia lo ha impedito, ma siamo orgogliosi di essere riusciti ad andare avanti. Altri non ce l'hanno fatta». E c'è anche chi ha rinunciato all'amore. Per ora. «Mi sono fidanzata due settimane prima dell'inizio della pandemia - dice Emanuela, 17 anni, studentessa di lingue a Napoli, membro della community - le restrizioni hanno reso tutto difficile, social e videochiamate non sono bastati. Quando il lockdown è finito e ci siamo potuti vedere, seppure sempre con limitazioni, le cose non sono andate bene. Mancavano le basi della storia e così, a luglio, è finita. Poi, avrei voluto vivere un'altra relazione, ma, con la zona rossa, era complicato incontrarsi e, dopo un po', pure conoscersi online è diventato noioso. Adesso l'idea di iniziare una storia fa perfino paura: e se poi ci fossero nuove restrizioni? Meglio rimandare a quando si avrà la certezza di poter vivere liberamente, anche per non bruciare i sentimenti».
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