Scala, 15 minuti di applausi per l'Attila. Ovazione per Mattarella, tensione con antagonisti

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Venerdì 7 Dicembre 2018, 17:32 - Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre, 10:39

Oltre cinque minuti di applausi con il pubblico in piedi, e parte degli spettatori, ma soprattutto del coro da dietro le quinte, che spontaneamente si è messo a cantare le parole dell'inno di Mameli seguendo l'orchestra: la prima della Scala con Attila di Giuseppe Verdi, questa sera si è trasformata anche un tributo al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, visto come un punto di riferimento per tutto il Paese in un momento di cambiamenti. Per la rappresentazione di Attila 15 minuti di applausi alla fine.
 



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È stato il primo 7 dicembre da Capo dello Stato, del presidente che nel 2015 aveva dovuto rinunciare per l'apertura del Giubileo, l'anno dopo per la caduta del governo Renzi e lo scorso per un viaggio in Portogallo. Anche per questo, si è parlato, nel caso della prima di oggi, del ritorno della politica alla Scala. Non solo Mattarella ma anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli (che ha deciso però di seguire la seconda parte dell'opera dal carcere di San Vittore), il ministro dell'Economia Giovanni Tria.

D'altronde Attila è uno dei drammi più politici di Verdi, scritto nel 1846, a due anni dai moti del Quarantotto per liberare l'Italia. Anche in questo caso in scena va la lotta per liberare l'Italia dal dittatore, inclusi anche i contrasti fra chi lo combatte, tanto che Odabella sventa l'avvelenamento del re degli Unni per poterlo uccidere di sua mano, vendicando la morte del padre. Facile per il pubblico chiedersi chi sia oggi Attila, o vedere qualche riferimento all'attualità nei litigi e nella lotta per il potere. «Diciamo che sono un pò tempi da barbari - ha osservato il sindaco Giuseppe Sala, che è presidente della Scala -. La politica a volte è barbara, nel senso che si concentra più sull'insulto che sul dialogo. Da questo punto di vista io non ho molto da insegnare, data la mia giovinezza dal punto di vista politico. Ma un certo modo di essere, cioè sempre il dialogo, la competenza sono i valori che sento di avere, sono i valori di Milano, valori che offrirò per combattere questo imbarbarimento» anche contro il rischio «della tentazione autarchica che sarebbe un autogol» per tutto il Paese. Più che imbarbarimento ha visto invece un messaggio positivo in Attila il leghista Attilio Fontana, presidente della Lombardia, e questo perché dopo la devastazione di Aquileia «gli italiani hanno costruito Venezia».

Tutti sono stati d'accorto nella stima assoluta per il Capo dello Stato. «Spero continui a venire in Lombardia - ha detto - e che guardi con benevolenza all'autonomia». «Milano vuole molto bene al presidente Mattarella - ha aggiunto il sindaco - Tutte le volte che viene la città gli dimostra un grande affetto. Abbiamo bisogno di Mattarella». «Questo - ha osservato la presidente Eni Emma Marcegaglia - vuol dire che la gente voglia di istituzioni». Anche i coristi, gli orchestrali e le maestranze della Scala su questo sono d'accordo ed è il motivo per cui, quando il Capo dello Stato nell'intervallo è andato a salutarli e ringraziarli, sono stati loro a dirgli "grazie".

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