Sesso con il parroco: «La relazione va avanti da anni, mi sono stancato e ho deciso di vendicarmi»

Sesso con il parroco: «La relazione va avanti da almeno quattro anni e io mi sono stancato, e ho deciso di vendicarmi»
di Marco Aldighieri
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Mercoledì 9 Settembre 2020, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 10 Settembre, 10:24

Estorsione a luci rosse al parroco dopo il rapporto sessuale in canonica. Lo scandalo in provincia di Padova

L'arresto dei due fratelli marocchini accusati di estorsione ai danni di un parroco del Camposampierese, territorio sotto la diocesi di Treviso, è stato convalidato. Ieri mattina i due, affiancati dal legale Marco Borella del foro di Venezia, durante l'interrogatorio di garanzia davanti al Gip Domenica Gambardella hanno voluto difendersi dalle accuse. Il più giovane, Zouhair Abousad di 26 anni rimane in carcere, mentre il fratello Zakaria di 33 anni è stato raggiunto dalla misura restrittiva dell'obbligo di dimora a Campodarsego dove entrambi risiedono. 
 

Sesso con il prete: «Mi sono vendicato»

Zakaria, di fronte al giudice, ha subito dichiarato di non sapere nulla di tutta la storia. «Io ho solo accompagnato mio fratello, ma non ho fatto niente» ha giurato. Incensurato, il 33enne è stato rimesso in libertà. Zouhair invece ha preso le difese del fratello, sostenendo la sua estraneità ai fatti. Poi ha voluto raccontare la sua verità: «La relazione con il prete va avanti da almeno quattro anni e io mi sono stancato, e ho deciso di vendicarmi. Lui mi dava soldi, da mangiare e mi prestava la bici. Tutti in paese sapevano del nostro rapporto».

Zouhair, proprio ieri, sarebbe dovuto comparire davanti ai giudici del Tribunale collegiale dove è a processo per il reato di maltrattamenti in famiglia. Già raggiunto da piccoli precedenti di polizia, il 9 dicembre del 2015 in via Ponte Canale a San Giorgio delle Pertiche, è stato ferito da un colpo di fucile sparato da un cacciatore. Il giovane marocchino era appartato all'interno di una Fiat Punto con la sua ragazza, quando il cacciatore lo ha scambiato per un ladro e ha fatto fuoco. Colpito alla testa da una rosa di pallini è stato operato all'ospedale di Cittadella, dove i medici gli hanno salvato la vita.
 

«Soldi o mostro il video»

Intorno alla metà di agosto, subito dopo una funzione religiosa, il parroco ha accolto in canonica, come sembra già accaduto in più occasioni, il giovane marocchino spesso presente sul sagrato a chiedere l'elemosina. Una volta soli in una stanza della parrocchia, i due hanno consumato un rapporto sessuale. Il nordafricano, prima di andarsene, si è rivolto al prete dicendogli: «Adesso o mi dai 40mila euro o lo racconto a tutti. Sono in possesso di un video e lo divulgo». Il religioso, sotto choc, ha scongiurato lo straniero di non dire una parola assicurandolo che presto lo avrebbe pagato. Ma tutti quei soldi il parroco non li aveva, così nei giorni successivi è iniziata una trattativa sul costo del silenzio tra il prete e il marocchino.

Fino a quando sabato mattina il parroco, ormai finito in un tunnel senza via d'uscita, si è armato di coraggio e si è recato alla stazione dei carabinieri di Camposampiero. Ai militari ha raccontato tutto, anche che nel pomeriggio di quello stesso giorno in mezzo a un campo doveva incontrare Zouhair per consegnargli 4mila euro. Questo il prezzo pattuito, dopo una lunga trattativa, per tenere la bocca chiusa. Gli inquirenti, avvisato il pubblico ministero di turno Luisa Rossi, hanno deciso di organizzare un'azione lampo: hanno detto al don di recarsi all'appuntamento con i soldi. Loro lo avrebbero seguito da lontano e una volta consegnato il denaro sarebbero usciti per ammanettarlo. E così è stato e i due fratelli sono finiti in manette.
 

Caccia al video hard

Gli inquirenti, dopo avere sequestrato i telefoni cellulari dei due fratelli marocchini, sono ora a caccia del presunto filmato a luci rosse. Un video dove Zouhair avrebbe immortalato la sua performance sessuale con il parroco. Ma i carabinieri vogliono anche appurare se già in passato il prete è stato ricattato dal giovane nordafricano. 
 

Cosa dice la diocesi

Attraverso un comunicato stampa la diocesi di Treviso ha fatto sapere che in merito alle notizie emerse nelle cronache dei quotidiani padovani, la diocesi di Treviso esprime dolore per la vicenda che ha visto un proprio sacerdote ricattato da due persone, tratte in arresto dai carabinieri per estorsione.
Il vescovo Michele Tomasi è informato e segue con attenzione, esprimendo fiducia nel lavoro delle Forze dell'ordine e dell'autorità giudiziaria. Sulla vicenda mons. Tomasi si riserva di valutare i comportamenti e la posizione del sacerdote.

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