Premio Messaggero per i giovani. «Imparare l’amore», la sfida dei ragazzi

Premio Messaggero per i giovani «Imparare l’amore» La sfida dei ragazzi
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Sabato 9 Gennaio 2021, 08:04 - Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 07:07

Continua il concorso dedicato alla memoria di Emanuele Morganti e Willy Monteiro Duarte: in questa seconda fase i componimenti potranno essere inviati entro il prossimo 20 gennaio. Oggi pubblichiamo tre degli elaborati migliori che sono arrivati in redazione in questi ultimi giorni. La pubblicazione dei testi proseguirà.

Le regole per partecipare

Il testo dovrà essere inviato in formato digitale (file Word o Pdf) all’indirizzo email concorso-letterario@ilmessaggero.it. È necessario allegare anche il modulo di partecipazione scaricabile sul sito www.ilmessaggero.it/concorso-letterario.
Gli elaborati dovranno essere inviati entro il giorno 20 del mese e la proclamazione dei tre vincitori (che riceveranno ognuno un tablet con l’edizione digitale del Messaggero) sarà comunicata sull’edizione cartacea e online del giornale. Anche i premi saranno inviati entro la fine di ogni mese. Gli elaborati saranno pubblicati in tutto o in parte sul giornale e sul sito.

Per noi l’amicizia è un valore vero

Francesco Pediconi, 16 anni

Quel 6 settembre 2020 non me lo dimenticherò mai: giorno in cui, un audace ragazzo di nome Willy fu brutalmente pestato ed ucciso. Il tutto, solo per aver compiuto un gesto più che nobile: aver difeso un amico.
Ebbene, uno dei valori che inequivocabilmente la mia generazione porta con sé è l’amicizia. Benché i più saggi considerino avventato parlare di amicizia in età adolescenziale, personalmente ritengo non vi sia periodo della vita migliore per affrontare tale tematica. I legami amicali che si instaurano da ragazzi, infatti, sono puri, autentici e - citando la dottrina sull’amicizia di Aristotele - fondati su piacere e bontà. Quantunque siamo consapevoli che saranno poche, nel tempo, le amicizie a rivelarsi salde e durature, ciò non ci sfiora: per ora, vogliamo solo divertirci con le persone che ci stanno accanto. Per Willy valeva la stessa cosa: non è un caso che quella stramaledetta sera si trovava fuori da un locale con degli amici.
Nella sua persona e nelle eroiche gesta che l’hanno contraddistinto, inoltre, riscontriamo un altro connotato caratteristico delle nostre relazioni: la generosità.

Generosità che, nel caso di Willy, raggiunse la sua massima espressione, divenendo sacrificio. Non tutti, ovviamente, siamo magnanimi e misericordiosi come era lui, ma di una cosa sono certo: ciascuno di noi farebbe il possibile per aiutare un proprio coetaneo. Siamo troppo legati tra noi per non farlo. Siamo altruisti, siamo indulgenti, siamo comprensivi. Ci ascoltiamo, ci supportiamo, ci tendiamo la mano a vicenda nel momento del bisogno. Se un problema affligge uno di noi, affligge tutta la generazione. Non vi stupite se tra i molteplici elaborati che stiamo scrivendo per questo concorso sta emergendo una forte cooperazione di ragazzi arditi, determinati e disposti a fare di tutto pur di aiutare il prossimo. Sebbene si siano susseguiti episodi che hanno infangato i nostri valori, siamo fatti così: vogliamo il futuro e siamo uniti affinché lo conquisteremo tutti insieme!

Il privilegio di poter sbagliare

Flavia Foligno, 18 anni

Credo che la cosa bella dell’essere giovani consista nel potersi permettere il privilegio di sbagliare (su se stessi senza ledere le vite altrui), su questa base fondo il mio pensiero del voler seguire strade nuove, perché sbagliare l’interpretazione delle indicazioni non porta solamente fuori strada ma su un nuovo percorso, che potrebbe rivelarsi quello giusto.
Viviamo in una società in cui sbagliare è reato,  in cui ogni sbaglio viene condannato e punito, non solo dalla legge ma anche dai pregiudizi altrui, dall’incapacità dell’uomo di perdonare, ragionare e di cambiare idea.
Come sosteneva la Montessori tra i primi passi per crescere c’è la capacità di riconoscere, circoscrivere l’errore e cercare la soluzione; solo così lo sbaglio può avere un risvolto positivo.
Basandomi sui pensieri dei grandi studiosi di diverse epoche posso dire di aver interiorizzato e reso mio un concetto chiave per la vita dell’uomo: sbagliare non è limitativo, sbagliando si impara e imparare significa apprendere con l’esperienza, come la scienza fonda enunciati dopo aver utilizzato il metodo scientifico, l’uomo impara attraverso prove ed errori, anche se a volte, la vita prima ci pone di fronte ad un esame e poi ci spiega la lezione.
Troppo spesso i giovani credono che un errore segni la fine della loro vita ma credo che esso sia come le colonne d’Ercole puoi scegliere se renderlo un limite e arrenderti o affrontarlo e superarlo, rendendolo un nuovo inizio.

La felicità si trova nelle piccole cose

Laura Passalacqua, 17 anni

Durante queste vacanze di Natale trascorse in un’Italia divisa da colori e numeri, ho trovato un po’ di tempo per riflettere. Spesso noi giovani viviamo in balia di un vento frenetico che ci muove or di qua or di la, allontanandoci da ciò che desideriamo realmente fare. Ora, forse, grazie alla pandemia, abbiamo davvero il tempo di capire cosa sia veramente importante nella nostra vita. Oggi, accompagnata dalla rilassante sinfonia di una pioggia invernale come sottofondo, ho cercato di capire che cosa sia veramente importante nella mia vita, scavando profondamente nel mio animo. Siamo circondati da talmente tanti oggetti e notizie (false o vere che siano) che forse abbiamo perso di vista la cosa più importante per l’uomo: la felicità. Può sembrare banale ma non lo è, molti la danno addirittura per scontato. Io ritengo che essere felice non sia facile, per niente. Cercare qualcosa di positivo tra gli ultimi avvenimenti che stanno caratterizzando questo 2020 sembra più difficile dell’affrontare le dodici fatiche di Ercole. Sembra che qualche divinità cospiri continuamente contro di noi, facendoci cadere in un turbinio di emozioni negative da cui non riusciamo a vedere uno spiraglio di luce, di gioia. La capacità che ognuno di noi deve avere, di cui spesso anch’io sono alla ricerca, è quella di trovare una piccola dose di felicità nelle azioni o persone che spesso diamo per scontate: alzarsi la mattina da un bel letto caldo, avere dei genitori, una famiglia e degli amici. Molte persone che non hanno tutto ciò si chiedono come mai noi non siamo lì, a ringraziare il Dio in cui crediamo per averci dato tutto questo. E noi, a questa domanda, restiamo fermi, immobili, muti, incapaci di rispondere. Solo in quell’istante riusciamo forse a capire quanto sia prezioso tutto ciò e a ritenerci fortunati e felici. Questo è per me essere felici: cercare ogni sera di apprezzare tutto quello che ho, nonostante tutto quello che di brutto accade nel mondo. A pensarci bene, la felicità è veramente nelle piccole cose.

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