I centri di ascolto Caritas hanno aiutato nel 2021 oltre 120 mila stranieri (pari al 55%), i restanti (45% sono italiani)

I centri di ascolto Caritas hanno aiutato nel 2021 oltre 120 mila stranieri (pari al 55%), i restanti (45% sono italiani)
di Franca Giansoldati
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Venerdì 7 Ottobre 2022, 12:11

Città del Vaticano - Lo specchio dell'impoverimento complessivo del tessuto sociale italiano appare in filigrana anche dai dati dei Centri di ascolto della Caritas. Nell'ultimo rapporto nazionale diffuso stamattina è emerso che l’incidenza della povertà economica tra gli stranieri (78,0%) è di poco inferiore a quella registrata tra gli italiani (82,4%); che  i problemi lavorativi coinvolgono quote simili di italiani e stranieri (48,1% e 48,3%); mentre i problemi abitativi appaiono più diffusi tra gli utenti di nazionalità non italiana. Gli stranieri che transitano per i centri di aiuto cattolici sono la maggioranza (55%) e sono pari a 120 mila l'anno in lieve crescita rispetto il 2020.

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Restano, invece, ancora troppe «disuguaglianze e ritardi nella tutela» della salute dei migranti. «Come tristemente anticipato nella scorsa edizione, l'analisi dei decessi nel primo anno della pandemia mostra un netto svantaggio a carico della popolazione di nazionalità straniera residente in Italia.

Durante la crisi sanitaria pandemica - si legge nel Rapporto- centinaia di migliaia di persone, tra cui tanti immigrati, si sono trovate escluse dalle tutele, dai programmi di mitigazione e di prevenzione (ad esempio, tamponi e vaccini), dai ristori e, probabilmente, anche dalle future politiche di rilancio». 

Nel rapporto sull'immigrazione della Cei le persone di origine straniera che sono transitate nel corso del 2021 nei Centri di Ascolto della Caritas sono state 120.536. Sul totale, gli stranieri incidono per il 55% e rispetto allo scorso anno aumentano di tre punti percentuali sul totale dell’utenza (nel corso del 2020 erano stati pari al 52%) e del +13,3% in termini di valori assoluti. 

Nelle regioni del Nord e del Centro Italia il volto delle persone prese in carico dalla Caritas coincide per lo più con quello degli stranieri (in queste macro-aree gli immigrati rappresentano rispettivamente il 64,1% e il 56,8%); nel Mezzogiorno, invece, dove si registrano più alti livelli di povertà e di disoccupazione e, al contempo, un minore peso della componente straniera residente, le storie intercettate sono per lo più di italiani e gli stranieri costituiscono una quota ridotta, pari al 28,5%. 

Gli utenti stranieri della Caritas appartengono a 189 diverse nazionalità, ma, come per l’anno precedente, il podio spetta a tre nazionalità: Marocco (21.177 persone, pari al 18,1%), Romania (9.450, 7,8%) e Nigeria (8.844, 7,3%). Si conferma una diminuzione degli stranieri provenienti dall’Europa dell’Est, a fronte di un incremento degli africani: il 48,8% delle presenze (sopra il migliaio di unità) proviene dal continente africano, con una forte incidenza delle nazioni maghrebine e nordafricane, che raggiungono da sole il 25,6% delle presenze.

Cresce la popolazione straniera residente in Italia, pari a 5.193.669 cittadini regolarmente residenti, cifra che segna una ripresa dallo scorso anno, concentrati soprattutto in Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Veneto. Il quadro delle nazionalità rimane sostanzialmente inalterato: fra i residenti prevalgono i rumeni (circa 1.080.000 cittadini, il 20,8% del totale), seguiti, nell’ordine, da albanesi (8,4%), marocchini (8,3%), cinesi (6,4%) e ucraini (4,6%). Sono aumentati anche i cittadini stranieri titolari di permesso di soggiorno (al 1° gennaio 2022 sono 3.921.125, mentre nel 2021 erano attestati sui 3,3 milioni), così come i nuovi permessi di soggiorno rilasciati nell’anno: nel corso del 2021 sono stati 275 mila, +159% rispetto al 2020 (105.700);

I ragazzi nati in Italia da genitori stranieri (“seconde generazioni” in senso stretto) sono oltre 1 milione e di questi il 22,7% ha acquisito la cittadinanza italiana; se ad essi aggiungiamo i nati all’estero, la compagine dei minori stranieri (fra nati in Italia, nati all’estero e naturalizzati) supera quota 1.300.000 e arriva a rappresentare il 13,0% del totale della popolazione residente in Italia con meno di 18 anni. 

Si è assistito nell’ultimo anno anche al preoccupante aumento del numero dei minori stranieri non accompagnati, arrivati nell’aprile del 2022 a 14.025, certamente anche per effetto della guerra in Ucraina, da cui proviene il 28% circa del totale. Il 46,4% dei giovani stranieri si dichiara molto o abbastanza preoccupato per il futuro: i timori riguardano principalmente la guerra, la povertà o il peggioramento delle condizioni economiche. Emerge altresì che i giovani stranieri (e le ragazze più dei ragazzi) sognano un futuro in altri Paesi molto più dei coetanei italiani (59% contro il 42%). 

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