PostalMarket, torna il catalogo che ha fatto sognare l'Italia degli anni Settanta e Ottanta. Quelle pagine hot

PostalMarket, torna il catalogo che ha fatto sognare l'Italia degli anni Ottanta
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Sabato 13 Giugno 2020, 14:49 - Ultimo aggiornamento: 15:43
La meta è ambiziosa, degna del luccicante passato remoto ancorato, grazie a quell'incancellabile refrain, alla memorie di chi adesso ha almeno 50 anni: «Con PostalMarket sai, uso la testa e ogni pacco che mi arriva è una festa». La notizia è appunto il ritorno del catalogo che i nuovi proprietari vogliono fare diventare «l'Amazon italiano».

Un traguardo altissimo, ma mai porsi limiti, anche se quella definizione in realtà non racchiude nemmeno un briciolo del casalingo fascino impersonato da quell'elenco telefonico patinato straboccante di merci: dal calzino alle (solo negli ultimi anni) manette rosa sadomaso soft, dagli accessori per la casa a quelli per l'auto, dalle prime t-shirt con le immagini stampate e ispirate a film americani alle linee pret a porter griffate da Krizia e Laura Biagiotti esclusivamente per PostalMarket.



Abiti sfoggiati da testimoni via via sempre più roboanti in copertina: da Ombretta Colli (con Giorgio Gaber che era presente all'interno) e Romina Power fino al top delle top model da Monica Bellucci a Eva Herzigova. 

Tra gli anni 70 e 80 di certo nelle case degli italiani c'erano più cataloghi PostalMarket che Bibbie e Vangeli. Tutto grazie a una distribuzione capillare postale e porta a porta dall'efficienza mai raggiunta nemmeno dai testimoni di Geova o dai volentorosi volontari che proponevano L'Unità. Alla fine il catalogo finiva in mano a tutti in famiglia, senza distinzione di età e sesso: imperdibili, per gli adolescenti, le pagine dell'intimo femminile, spregiudicate, in fatto di lingerie e guepiere, ben oltre il comune senso del pudore dell'epoca. Qualche numero rischiò pure la denuncia da parte dei benpensanti. Fa ridere pensare ora al senso di proibito di quelle pagine rispetto al crollo di ogni limite di questi ultimi anni.

In anticipo sui tempi anche le formule "soddisfatti o rimborsati" e "prezzi inchiodati", ripetute a martello al punto da far impallidire anche gli attuali artigiani della qualità. Compilare, con cura meticolosa e grande attenzione alle taglie, e spedire la scheda preaffrancata era un rito collettivo che riuniva la famiglia attorno al tavolo ed effettivamente il puntuale arrivo del pacco, da Aosta a Lampedusa, era una festa. Logico il successo di questo meccanismo nelle zone più periferiche dell'Italia.

I numeri di Amazon hanno sempre fatto impressione, ma, considerate le debite proporzioni con quell'Italia molto, molto pre digitale, erano pantagrueliche anche le 45mila spedizioni al giorno, frutto del lavoro di 1.400 dipendenti nella maxisede di PostalMarket di Linate. Quarantacinquemila.


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PostalMarket tornerà entro Natale in versione digitale e, per gli abbonati, anche in carta: non sarà quel pesante catalogo di centinaia di pagine a colori, ma una versione ridimensionata. A riportare in vita il mito, fallito definitivamente quattro anni fa, è un caparbio imprenditore friulano della pubblicità, Stefano Bortolussi, che, si era interessato all'impresa già intorno al 2004 occupandosi dell'aspetto marketing, quando il marchio fu rilevato da Riccardo di Tommaso.

Si trattava già di una azienda in fase di declino, ben diversa dal colosso che Anna Bonomi Bolchini aveva costruito a partire dal 1959 ispirata dal modello statunitense di vendita per catalogo. Infatti, nemmeno quella volta l'iniziativa andò a segno fino a quando, dopo vari passaggi di mano, non si giunse al fallimento nel 2015 della Postalmarket Spa.

Sono passati molti anni ma Bortolussi ha custodito il sogno nel cassetto. Dunque da quella data ha rilevato il marchio e i numerosi domini (.it e .com) e infine si è messo alla ricerca di un partner tecnologico, che ha finalmente trovato in Francesco D'Avella, titolare della piattaforma di e-commerce Store Eden, ai vertici in Italia nel suo settore. Insieme hanno costituito la Postalmarket Srl e contano in breve tempo di trovare un investitore di start-up.

«Abbiamo un sogno ambizioso - spiega Bortolussi - proviamo a realizzarlo: vogliamo diventare l'Amazon italiano.
C'è molto lavoro da fare». La tenacia però non manca e nemmeno le idee: «Il nostro modello di business è differente» dal precedente ma contiamo anche in un remake del catalogo. Sono milioni le persone che si ricordano di Postalmarket e dunque che sono nostri potenziali clienti«, indica l'imprenditore. Che conta di lanciare un assaggio entro Natale e punta a un fatturato tra i 500 milioni e il miliardo di euro nei primi cinque anni.
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