Salini (ceo Webuild): «Il Ponte sullo Stretto può partire»

Salini (ceo Webuild): «Il Ponte sullo Stretto può partire»
di Redazione Economia
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Martedì 23 Marzo 2021, 00:21 - Ultimo aggiornamento: 09:19

Il Ponte sullo Stretto di Messina «è l’unico progetto che può partire nel Sud». E’ l’annuncio di Pietro Salini, ceo di Webuild, nel giorno in cui il general contractor prevede per il 2021 una crescita dei ricavi tra 6,5 e 7,2 miliardi coperta interamente dall’arretrato, un recupero del margine operativo dell’8% supportato dal processo di efficientamento dei costi già in atto, una riduzione dell’indebitamento finanziario netto tra 0,5-0,3 miliardi, e nuovi ordini, che includono quelli per i quali Webuild è risultato aggiudicatario o migliore offerente, per 2,5 miliardi. Il Ponte è «un progetto che abbiamo in portafoglio e siamo pronti a partire subito», ha aggiunto Salini. «È impossibile immaginare un treno ad Alta Velocità tra Napoli e Palermo che si debba fermare a Reggio Calabria per proseguire in traghetto fino a Messina». L’opera inoltre può dare lavoro a «oltre 100mila persone». 

I PILASTRI
Per l’anno in corso il gruppo si attende una ripresa del settore per effetto combinato dell’attivazione delle gare ritardate nel corso del 2020 e dei piani di investimento, come nell’ambito del Recovery Fund. In termini di aree geografiche, quelle con maggiore crescita attesa sono Europa, Australia e Nord America.

Delle commesse di cui Webuild da inizio anno è risultata aggiudicataria o migliore offerente, oltre 2,1 miliardi si riferiscono a tre progetti di mobilità sostenibile in Italia (linea ferroviaria Fortezza Ponte Gardena, due tratte di Autostrada Pedemontana Lombarda e il raddoppio della linea ferroviaria Messina-Catania, tratta Taormina-Giampilieri). Quanto alle performance di Webuild, «fondamentali sono la lungimiranza e la capacità di execution dei pilastri di Progetto Italia (Astaldi, competenze, delivery di Progetti, trasformazione della società), merito, secondo alcuni investitori intervistati, dell’attuale management team», ha commentato il dg Massimo Ferrari.

Intanto i cda di Webuild e Astaldi hanno approvato l’operazione di scissione con il parere favorevole dei rispettivi Comitati Parti Correlate. Il progetto sarà sottoposto all’approvazione delle due assemblee il 29- 30 aprile e vedono confermate integralmente le linee guida dell’operazione con efficacia stimata per il 1° agosto 2021. La composizione stimata dell’azionariato a valle della scissione vede Salini Costruttori diluirsi al 40,4%, Cdp Equity al 16,8%, Unicredit al 5,4%, Intesa Sanpaolo al 5,2%, Banco Bpm allo 0,9% mentre il flottante salirà dal 24,9% al 30,8%. Al progetto hanno lavorato per Astaldi gli studi Gianni & Origoni, Di Gravio Avvocati, Marco Annoni, Studio Laghi, Leners & partners, mentre Equita e Lazard hanno affiancato Webuild.
 

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