Ponte di Genova, due anni dal crollo. Conte: «Non dimenticheremo mai le vittime» Diretta

Ponte di Genova, due anni dal crollo. Conte: «Non dimenticheremo mai le vittime» Diretta
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Venerdì 14 Agosto 2020, 10:51 - Ultimo aggiornamento: 13:31

Sono passati due anni dal tragico giorno del crollo del Ponte Morandi a Genova. «Non è possibile dimenticare lo sbigottimento recato dalle prime notizie, le drammatiche conferme, il numero dei morti che cresceva, l'impegno generoso dei soccorritori, il dolore profondo e composto dei familiari delle vittime, la desolazione di chi aveva perso la propria casa, la solidale e dignitosa risposta di Genova, città profondamente ferita, la vicinanza di tutta l'Italia. Quel tragico evento è stato vissuto anche come simbolo di contraddizioni presenti del nostro Paese, nel quale modernità, genio e sviluppo convivono con incurie inaccettabili e con antiche negligenze. Il nuovo, bellissimo, Ponte di San Giorgio - disegnato dal genio genovese di Renzo Piano, realizzato in tempi lodevolmente rapidi e inaugurato pochi giorni addietro - ha sanato il vulnus infrastrutturale, dando prova della straordinaria capacità italiana di rialzarsi da traumi e sciagure».

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Ad affermarlo è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in una lettera scritta per 'il Secolo XIX' in occasione del secondo anniversario del crollo del ponte Morandi. «Si è trattato di una cerimonia sobria e rispettosa dei sentimenti di dolore e di speranza che il nuovo Ponte suggerisce: per il ricordo incancellabile di chi ha perso la vita e per il desiderio di rilancio della comunità cittadina. Prima della inaugurazione ho incontrato in Prefettura alcuni rappresentanti dei familiari delle vittime. È stato un momento che conserverò nella mia memoria», sottolinea il Capo dello Stato. «La loro giusta richiesta di verità e giustizia per i propri cari, inghiottiti dal crollo del ponte, è stata accompagnata dalla forte e sofferta esortazione che vengano in ogni modo evitati in futuro disastri simili con nuovi lutti e nuove vittime», aggiunge. Da questa sollecitazione, conclude, «occorre ripartire - mentre prosegue, con doverosa determinazione, l'azione di accertamento delle cause e delle responsabilità del crollo - per sviluppare e, per qualche aspetto, ricostituire una affidabile cultura della sicurezza, di adeguata manutenzione e del controllo che coinvolga e responsabilizzi imprese, enti pubblici, istituzioni locali e nazionali, università, mondo della ricerca. Per la Repubblica non esistono valori più alti della vita e della libertà dei propri cittadini. Valori che non si traducono in una mera enunciazione di principio, ma in un impegno concreto e vincolante».

 

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«L'Italia deve tornare a correre e a investire nelle infrastrutture, sia nell'ammodernamento di quelle esistenti sia in nuove opere. È un passaggio obbligato. Una quota delle risorse europee sarà dedicata al potenziamento dei collegamenti da e per i porti italiani come quello di Genova, fondamentale per la ripresa del Paese». Ad affermarlo è il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte in un'intervista a 'La Stampà. «Quello per il ponte di Genova - rileva ancora il premier - è stato un modello vincente, che ha ottenuto anche la valutazione favorevole della Dia, in quanto 'perfetta sintesì tra rapidità nell'esecuzione dei lavori ed efficacia nelle procedure di monitoraggio antimafia. Con il decreto-legge semplificazioni conferiamo poteri gestionali ed esecutivi a tutte le stazioni appaltanti, con possibilità, ove necessario, di nominare commissari, come avvenuto proprio qui a Genova. Dobbiamo correre, ma nel segno della trasparenza e della legalità. Per questo, saranno rese più spedite ed efficaci, ma contestualmente rafforzate, le misure dirette a scongiurare le infiltrazioni malavitose. Non ci sarà spazio per gli appetiti criminali», conclude Conte. «Le 43 vittime del crollo del ponte non potremo mai dimenticarle», ha poi detto Conte durante la commemorazione. 

Ponte di Genova, la diretta della commemorazione

 

Il dolore del padre di una vittima: sono sempre le 11.36

«Mischio rabbia e tristezza perché non doveva succedere, era una strage annunciata, perciò c'è tanta rabbia. Ci passo tutti i giorni qui purtroppo perché abito in questa zona, sopra al nuovo ponte non ci andrò mai, sotto ci passo tutti i giorni, sopra no, da lì è volato mio figlio e non credo che ci andrò mai. Ô una giornata di memoria, niente di più, in un luogo che è un cimitero. Io sono sempre fermo alle 11:36 di due anni fa». Lo ha detto Giuseppe Altadonna,  padre di Luigi, l'autista di Mondoconvenienza morto nel suo furgone nel crollo del Morandi. 
 
 
 

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