Guerra al pomodoro (pelato) Igp di Napoli. La Puglia si oppone: «La produzione maggiore è qui da noi»

Guerra del pomodoro Igp tra Campania e Puglia: «La levata di scudi sarà netta»
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Giovedì 18 Marzo 2021, 17:04 - Ultimo aggiornamento: 19:00

Scoppia la «guerra del pomodoro» tra Puglia e Campania. A provocare la reazione della Regione guidata dal governatore Michele Emiliano, delle associazioni di categoria e della politica locale, la pubblicazione da parte del ministero dell'Agricoltura, sulla Gazzetta ufficiale del 13 marzo scorso, della richiesta di riconoscimento della denominazione «Pomodoro pelato di Napoli» Igp, presentata dall'associazione dei trasformatori conservieri Anicav. 

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«Ho già avuto contatti con il ministero delle Politiche agricole, stiamo istruendo il fascicolo e a breve sarà pronto.

Non arretreremo nemmeno di un millimetro», annuncia l'assessore alle Politiche agricole Donato Pentassuglia, anticipando la volontà della Regione Puglia di opporsi in tutte le sedi alla richiesta di riconoscimento Igp del pomodoro pelato di Napoli. Già nel 2017 la Campania ci provò, ma la Puglia si oppose, in difesa del pomodoro lungo foggiano. Ora, a seguito dell'istruttoria ministeriale, si è pervenuti ad una stesura finale del disciplinare di produzione della indicazione geografica protetta «Pomodoro pelato di Napoli». «La levata di scudi sarà netta», prosegue Pentassuglia, che evidenzia come nel Foggiano si «concentra il 90% della produzione nazionale del pomodoro lungo».

L'opposizione

La Puglia ha 60 giorni dalla registrazione per fare opposizione: «Non ci sono dubbi che lo faremo, il fascicolo è quasi istruito», ribadisce Pentassuglia. Ma è trasversale la difesa del pomodoro pugliese che arriva dal Consiglio regionale. Dai banchi della maggioranza e dell'opposizione giunge un chiaro «no» alla richiesta campana. Anche Coldiretti Puglia è al fianco della Regione contro il 'nò secco alla richiesta di riconoscimento IGP del pomodoro pelato di Napoli. L'associazione ribadisce la contrarietà senza condizioni al nuovo tentativo di ottenere il riconoscimento comunitario «che non rappresenta la realtà produttiva del pomodoro, ma solo della trasformazione». «Bisogna uscire dalla grande ambiguità di commercializzare un prodotto che può fregiarsi di un marchio comunitario così fortemente distintivo, senza che ci sia alcun obbligo di utilizzare i prodotti agricoli del territorio al quale la indicazione si ispira. Il 40 percento del pomodoro italiano - dichiara presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia - viene proprio dalla Capitanata, che da sola produce il 90% del pomodoro lungo. La provincia di Foggia è leader nel comparto, con 3.500 produttori di pomodoro che coltivano mediamente una superficie di 32 mila ettari, per una produzione di 22 milioni di quintali ed una Produzione lorda vendibile di quasi 175.000.000 euro».

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