Nigeriano morde un poliziotto e gli stacca un dito. Salvini: «Decreto per espellerlo»

Nigeriano morde un poliziotto e gli stacca un dito. Salvini: «Decreto per espellerlo»
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Martedì 21 Maggio 2019, 19:31

Si è scagliato contro un poliziotto e lo ha morso a una mano con tanta forza da staccargli una parte di un dito. È successo questa mattina negli uffici della questura di Torino. L'autore del gesto è un nigeriano di 23 anni, richiedente asilo, che non voleva sottoporsi alle procedure di identificazione. Il giovane è stato arrestato. E la brutalità dell'aggressione lo ha circondato di polemiche e proteste. «Grazie al decreto sicurezza potrà essere espulso», annuncia il vicepremier Matteo Salvini riferendosi al provvedimento in discussione in questi giorni in Consiglio dei ministri: «Intervenire - dice - è urgente anche per garantire più poteri e più protezione alle forze dell'ordine. Nessuna tolleranza per i delinquenti».

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Il 23enne, già conosciuto dalle forze dell'ordine a causa di qualche segnalazione per droga e lesioni, era stato fermato per un controllo da una pattuglia in via Passo Buole. Una volta in Questura se l'è presa con l'agente che doveva procedere al fotosegnalamento. I denti sono affondati nella mano sinistra, portandosi via una parte della prima falange dell'anulare. Il poliziotto è stato portato all'ospedale Cto per un intervento chirurgico: sulla parte di pelle staccata è stato praticato un innesto. La prognosi è di 30 giorni.

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Per il nigeriano, adesso, l'iter della sua richiesta di asilo subirà una brusca accelerazione: domani sarà ascoltato dalla Commissione territoriale. Ma difficilmente potrà aspettarsi un responso favorevole. I sindacati di polizia insorgono, nel sottolineare che si tratta dell'«ennesima aggressione a un agente», chiedono «più protezione», «leggi più severe» e «strumenti più adatti alla difesa» come il taser, finora in dotazione ai carabinieri. Il segretario nazionale del Siap, Pietro Di Lorenzo, parla di «stillicidio quotidiano».

«Da tempo - ricorda - continuiamo a chiedere garanzie funzionali e pene esemplari per chi aggredisce gli operatori delle forze dell'ordine». I sindacati denunciano l'«impunità» di chi se la prende con chi indossa la divisa. «Siamo stanchi - sbotta il segretario provinciale del Sap Antonio Perna - di chi ritiene che essere aggrediti in servizio sia un dazio obbligatorio da pagare, di chi ci considera carne da macello, di chi festeggia sapendo che un poliziotto è stato ferito, di arrestare dei personaggi che poi saranno scarcerati immediatamente».

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