Verona, cinque poliziotti arrestati: sono accusati di tortura e lesioni. Ai domiciliari un ispettore e quattro agenti

Stamattina i colleghi della Squadra mobile hanno notificato ai colleghi i domiciliari

Verona, cinque poliziotti arrestati: sono accusati di tortura
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Martedì 6 Giugno 2023, 10:48 - Ultimo aggiornamento: 15:54

Cinque poliziotti sono stati arrestati e posti ai domiciliari con le accuse di tortura e lesioni a Verona. I reati contestati si sarebbero consumati tra il luglio 2022 e il marzo 2023 nei confronti di persone sottoposte a custodia, cioè fermate e temporaneamente private della libertà. 

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Poliziotti arrestati dai colleghi a Verona: accusati di tortura

Questa mattina gli uomini della Mobile di Verona hanno dato esecuzione a una ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale di Verona a carico di cinque colleghi delle Volanti: un ispettore e quattro agenti per presunti atti di violenza perpetrati nel periodo ricompreso tra il luglio 2022 e il marzo 2023, nei confronti di persone sottoposte, a vario titolo, alla loro custodia perché momentaneamente private della libertà personale. 

La mossa del questore: rimosso dall'incarico anche chi non ha denunciato i presunti abusi

Il questore di Verona Roberto Massucci, in carica dall'inizio di aprile, aveva già deciso di trasferire gli agenti quando l'indagine si è chiusa e poi ha deciso di rimuovere dall'incarico anche chi non ha impedito le violenze, cioè chi poteva agire o comunque denunciare i presunti abusi commessi dai colleghi. 

L'indagine parla di atti gravemente lesivi della dignità delle persone sottoposte ad accertamenti di polizia. In uno dei casi di violenza che hanno portato agli arresti, due poliziotti sono accusati non solo di aver picchiato una persona sottoposta a fermo di identificazione, ma anche di averla costretto a urinare nella stanza fermati. Lo scrive il Gip di Verona nell'ordinanza nei confronti degli indagati sottolineando che gli stessi l'hanno poi l'hanno spinta in un angolo facendola cadere a terra e usandola «come uno straccio per pulire il pavimento»

Agli indagati sono contestati i reati di lesioni, falso, omissioni di atti d’ufficio, peculato e abuso d’ufficio.

Le indagini, condotte per otto mesi dalla Squadra Mobile di Verona, si sono avvalse anche dell'uso di supporti tecnici e hanno riguardato comportamenti violenti e illegali.

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Poliziotti arrestati da poliziotti, Pisani: «Affrontiamo con dignità e compostezza»

Poliziotti arrestati da poliziotti: un particolare non scontato al punto che il capo della Polizia Vittorio Pisani ha ringraziato gli inquirenti per la fiducia accordata agli uomini della Polizia di stato che hanno dovuto indagare "in casa". Gli agenti sono stati infatti delegati dalla Procura a scandagliare il lavoro dei colleghi. Anche il gip che ha firmato l'ordinanza che dispone i domiciliari ha sottolineato la professionalità e la sollecitudine degli agenti della questura scaligera. Pisani ha detto: «Affrontiamo questo caso con dignità e compostezza». 

Ecco la nota diramata dal capo della Polizia: «Ringrazio la procura della Repubblica di Verona per la fiducia accordata alla Polizia di Stato nel delegare alla locale Squadra Mobile le indagini riguardanti gli operatori appartenenti alla stessa questura.

La levatura morale della nostra amministrazione ci consente di affrontare questo momento con la dignità e la compostezza di sempre». 

Le indagini partite da un'intercettazione: «M... che pigna che gli ho dato»

L'inchiesta è partita grazie ad una intercettazione telefonica, compiuta nell'ambito di un'altra indagine, in cui un agente si vantava di aver «messo al suo posto» una persona fermata dandogli due schiaffi.

L'agente «raccontava alla fidanzata, inframezzando il narrato con risate e commenti divertiti, il pestaggio ai danni di una delle vittime». Nell'ordinanza vengono riportati alcuni stralci dei suoi dialoghi con la fidanzata, quando le raccontava delle violenze nei confronti di alcune persone che aveva fermato: «m... che pigna che gli ho dato». E ancora: «ho detto vabbè, oggi le devi prendere anche da me!». In un'altra conversazione aggiungeva: «gli ho fatto una presa io, gli ho calciato fuori e poi l'abbiamo portato dentro insieme, no, e vabbè gli abbiano tirato due, tre schiaffi a testa, no, ma così, giusto per...».

In un altro dei sette casi documentati sino al marzo di quest'anno, uno straniero si sarebbe preso un manrovescio per aver compiuto un atto osceno mentre si trovava nella stanza degli interrogatori. È quanto riferiscono fonti investigative sugli episodi che hanno portato stamane agli arresti di cinque poliziotti sottoposti ai domiciliari. Le stesse fonti sottolineano quanto la stessa Polizia si sia spesa per individuare al suo interno i responsabili dei fatti.

«Stai zitto o vedi cosa succede»

Calci, pugni ed umiliazioni contro stranieri o senzatetto, persone in stato di fermo costrette a subire la violenza degli agenti di polizia. I capi d'accusa con cui il gip ha disposto i domiciliari per un ispettore e quattro agenti della Questura di Verona raccontano di una serie di violenze nei confronti di chi veniva fermato e portato negli uffici per l'identificazione. In un caso un agente sferrò uno schiaffo al volo di uno dei fermati, si legge nell'ordinanza, così «vigoroso da fargli perdere i sensi per alcuni minuti».

«Stai zitto, altrimenti entro dentro e vedi cosa ti faccio», una delle frasi con cui gli agenti si rivolgevano ai fermati. In alcuni casi, poi, oltre alle botte e agli insulti razzisti e xenofobi, gli agenti infierivano utilizzando anche lo spray al peperoncino. «Ti spruzzo nel c...o», minacciava l'ispettore arrestato davanti ai colleghi. «I soprusi, le vessazioni e le prevaricazioni poste in essere dagli indagati risultano aver coinvolto, in misura pressocché esclusiva - scrive il gip, Livia Magri -, soggetti di nazionalità straniera, senza fissa dimora, ovvero affetti da gravi dipendenze da alcol o stupefacenti, dunque soggetti particolarmente deboli».

L'indagine, si rileva, «non è nata da pressioni dell'opinione pubblica o da filmati postati in rete. Un segnale positivo - viene sottolineato - sulla presenza di un sistema che anche dall'interno consente di intercettare (e non nascondere) episodi di derive illegali». 

Le presunte torture e lesioni a danni di persone che erano state momentaneamente fermate o arrestate e che hanno fatto finire agli arresti domiciliari un ispettore e quattro agenti «sono state oggetto di accurate indagini delegate dall'Autorità Giudiziaria alla stessa Polizia di Stato di Verona, la cui professionalità nell'azione investigativa è stata, peraltro, evidenziata dal gip nell'ordinanza che ha disposto le misure cautelari», sottolinea una nota della questura che aggiunge, e sottolinea: «nel rispetto della normativa vigente, che la responsabilità penale delle persone indagate si considera accertata solo con sentenza irrevocabile».

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