Covid Italia, con il plasma i morti dal 15 al 6%: meno di mille in terapia intensiva

Covid Italia, con il plasma i morti dal 15 al 6%: meno di mille in terapia intensiva
di Michela Allegri
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Martedì 12 Maggio 2020, 07:13 - Ultimo aggiornamento: 09:36

L'ultimo bollettino diffuso dalla Protezione Civile contiene dati che confermano il trend positivo: in Italia ci sono 836 malati in meno rispetto alle 24 ore precedenti. Ma il numero che fa davvero sperare è quello dei ricoveri in terapia intensiva che, per la prima volta in due mesi, scende sotto quota mille: sono 999. Nel momento di picco dell'epidemia, quando il sistema sanitario italiano era a un passo dal collasso, erano 4.068. Dall'inizio della pandemia il numero di contagi totali, compresi morti e guariti, è 219.814. In 24 ore c'è stato un incremento di 744 casi. I morti, invece, sono stati 179, con il totale che arriva a 30.739. I guariti sono in tutto 106.587, 1.401 più di ieri.

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LOMBARDIA E PIEMONTE
Restano ancora alti i numeri di Lombardia e Piemonte. Dei 744 tamponi positivi rilevati, 364, cioè il 48,9%, si trovano in Lombardia. Seguono il Piemonte, con 111 casi, e l'Emilia Romagna, con 80 nuovi contagi. Non si sono registrati decessi in Molise, Basilicata, Valle d'Aosta, Sardegna, Umbria e nella provincia di Bolzano. I nuovi positivi nel Lazio sono invece 25, dei quali 15 a Roma, dove sono morte tre donne di 86, 92 e 96 anni. Per quanto riguarda i contagi, si tratta del dato più basso dall'inizio del lockdown.
 


I RISCHI
Anche se il miglioramento c'è, basta un nonnulla per vanificare gli sforzi fatti finora. Per questo motivo, come spiega Roberto Cauda, infettivologo del policlinico Gemelli di Roma, il livello di attenzione deve rimanere altissimo. «È presto per cantare vittoria», spiega il professore. Valgono le regole seguite negli ultimi due mesi: lavarsi spesso le mani, rispettare il distanziamento sociale, utilizzare le mascherine. «La prima settimana è passata e gli ultimi dati sono confortanti - aggiunge Cauda - Il fatto che non ci sia stato quel temuto incremento dopo una settimana deriva sicuramente dall'onda lunga degli effetti del lockdown, ma, almeno per il momento non c'è stato un effetto rebound dovuto all'allentamento delle misure. Sarà però necessario osservare cosa succederà almeno fino al 18 maggio».
Intanto arrivano risultati incoraggianti dalla sperimentazione condotta in Lombardia sotto la guida del Policlinico San Matteo di Pavia, con l'Asst di Mantova, utilizzando il plasma ricco di anticorpi delle persone guarite dal Covid-19: la mortalità è più che dimezzata, infatti è scesa da una media del 15% al 6%. L'obiettivo è estendere il progetto e incoraggiare le donazioni per avviare l'organizzazione di una banca del plasma iperimmune. Il risultato è ancora preliminare ed è relativo a 46 pazienti che hanno più di 18 anni e non sono in età avanzata. Sette erano intubati. Il protocollo di ricerca italiano ha suscitato anche l'interesse degli Stati Uniti. L'idea di cercare gli anticorpi nel sangue delle persone guarite, per fornire difese immunitarie ai malati, è nata a Pavia all'inizio di marzo, ha detto il direttore generale del policlinico San Matteo, Carlo Nicora. Gli anticorpi sono definiti «neutralizzanti» perché neutralizzano l'arma che il nuovo coronavirus usa per entrare nelle cellule, ossia la «proteina Spike».

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