Ucciso 37 anni fa, ma il progetto di Pio La Torre resta vivo: «Combattere la mafia dentro le istituzioni»

Pio La Torre
di Mario Ajello
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Martedì 30 Aprile 2019, 14:28
Fu ucciso dalla mafia, 37 anni fa. Grazie al suo impegno si arrivò alla prima legge sull'associazione mafiosa e confisca dei beni in mano alla criminalità organizzata. Lui era Pio La Torre, segretario regionale del Pci. L’assassinio risale al 30 aprile 1982.

«Quello che faccio, lo faccio per mio figlio e per le generazioni future, che non devono essere soffocate dalla cultura mafiosa», così diceva La Torre, ucciso insieme a Rosario Di Salvo a Palermo. L'intesa con il democristiano Piersanti Mattarella - fratello dell’attuale presidente della Repubblica, che in questa giornata commemora La Torre - gettò le basi per costruire una Sicilia con le carte in regola e grazie all’impegno dell’esponente comunista e alle sue leggi gli strumenti per combattere Cosa nostra sono aumentati e diventati migliori.

L'agguato a La Torre diede un forte impulso al cambiamento della Sicilia.
«Si portava dietro l'immagine di terra di mafia, diventò territorio di antimafia e di pace», ha detto il segretario regionale del Pd, Davide Faraone, durante la commemorazione dell'esponente del Pci nel luogo in cui avvenne l’agguato, nella palermitana via Limuli.

Con la legge antimafia venne introdotto nel codice penale il reato di associazione mafiosa e vennero previste misure patrimoniali nei confronti dei boss. Quando La Torre venne ucciso era anche impegnato in una iniziativa contro i missili di Comiso: aveva raccolto un milione di firme e aveva organizzato una grande manifestazione.

Il sindaco Leoluca Orlando ha ripercorso le tracce dei collegamenti tra l'agguato a La Torre e le uccisioni di Piersanti Mattarella e Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Unico, secondo Orlando, il loro progetto: quello di
«combattere la mafia dentro le istituzioni».
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