Meme, ironie social, allarmi che suonano a colpi di gif. Questo il lato "colorato" della vicenda. Quello in bianco e nero è sulle timeline dei profili social di parrucchieri e barbieri, allarmati per la decisione del Governo e della task force che gestisce l'emergenza Coronavirus. Si riaprirà il 1 giugno: «Una follia, non avrei mai pensato di dover dire una cosa del genere». Hiro Vitanza, noto barbiere milanese, si sfoga su Facebook con un video condiviso da molte persone: «Migliaia di colleghi mi scrivono dicendo che rispettano le regole mentre assistono ai lavori a domicilio "clandestini" in casa dei clienti...». Nel video sui social c'è la rabbia di una categoria: «Dobbiamo difenderla, dobbiamo tutelare un settore che da poco tempo è riuscito a riemergere. E allora taglierò i capelli ai miei clienti in giardino. Ho lo spazio giusto per fare i capelli gratuitamente a tutti i clienti».
Coronavirus, bar e negozi: a Roma 1 su 5 non riaprirà
Da Milano a Roma. Anche nella Capitale si raccolgono le reazioni alla decisione di riaprire le attività per la cura personale a dopo il primo giugno. Paolo Salomone, titolare dell'azienda Solomon's, è rimasto senza parole di fronte al discorso di Conte: «Norme troppo rigide e poco ragionevoli per la nostra categoria. Non puoi dire si chiude solo perché è rischioso. Si poteva riaprire con restrizioni ferree ma almeno potevano continuare a farci vivere. Così si alimenta il sottobosco del lavoro in nero, gente che va a casa a fare i capelli. La data del 1 giugno - dice Paolo - è un massacro economico, gli affitti dei negozi continuiamo a pagarli e la cassa integrazione per i dipendenti non arriva. Tra i miei ragazzi ci sono persone che psicologicamente, oltre che economicamente, stanno accusando questa situazione».
Parrucchieri e barbieri: «Riaprire il 1 giugno? Qualcuno già taglia i capelli a domicilio»
di Cristiano Sala
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Lunedì 27 Aprile 2020, 10:06
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