Parata del 2 giugno, il Generale Tricarico: «Non parteciperò, sarebbe ipocrita applaudire»

Parata del 2 giugno, il Generale Tricarico: «Non parteciperò, sarebbe ipocrita applaudire»
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Venerdì 31 Maggio 2019, 19:43 - Ultimo aggiornamento: 20:20

«Non parteciperò perché sarebbe ipocrita applaudire i nostri soldati in compagnia di soggetti che stanno contribuendo a un progressivo e, per certi versi, irreversibile indebolimento delle Forze Armate». Così all'AdnKronos il Generale Dino Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica, spiega le ragioni che lo indurranno a non partecipare alla parata del 2 giugno, in occasione della festa della Repubblica.

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Dalla parata dell'inclusione - il tema di questo anno - si autoescludono l'ex ministro della Difesa, Ignazio La Russa e l'ex capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Vincenzo Camporini. «Il ministro Elisabetta Trenta manca di rispetto ai nostri uomini e donne in divisa», lamenta il primo. «Troppe disattenzioni» del Governo verso le forze armate, fa eco il secondo. I due non saranno dunque in tribuna d'onore domenica mattina ai Fori Imperiale per assistere alla tradizionale sfilata militare per la Festa della Repubblica. «Per la prima volta e a malincuore - dice la Russa, vicepresidente del Senato ed esponente di FdI - dopo tanti anni non andrò alla parata. Non certo per mancanza di rispetto verso le Forze armate che rimangono sempre nel mio cuore ma in segno di protesta verso il ministro Trenta. In questi anni - ricorda - sono sempre andato d'accordo con tutti i ministri della Difesa che sono arrivati dopo di me, ma chi come il ministro Trenta pensa di trasformare le Forze armate in 'Peace&Lovè, mancando di rispetto ai nostri uomini e alle nostre donne in divisa, non merita niente. E io il 2 giugno non voglio stare e non sarò al suo fianco durante la parata».
 


Stessa decisione per il generale Camporini. «Troppe - spiega - le disattenzioni del governo nei confronti dei temi della Difesa, spesso snaturata con una ipocrita enfasi sul 'dual use', a partire dalla perdurante mancata presentazione del 'decreto missioni', dalla sostanziale paralisi delle attività amministrative per l'ammodernamento dei mezzi, da dichiarazioni di vuoto pacifismo del presidente del Consiglio. Nessuno - aggiunge - sarà sconvolto dalla mia assenza, ma personalmente non me la sento di avallare ipocritamente con la mia presenza una gestione che sta minando un'istituzione di cui il Paese deve essere orgoglioso».

Il ministro, da parte sua, ha respinto le critiche di chi ha contestato la scelta dell'inclusione come tema della parata. «Che dispiacere usare i nostri eroi per fini politici», ha osservato, spiegando che «il concetto di inclusione significa considerare come parte integrante della Difesa tutti i militari, anche quelli che si sono ammalati in servizi. Nessuno deve rimanere indietro, avremo con noi anche i rappresentanti delle vittime del dovere ed i caduti per la Patria. Inclusione vuol dire che parteciperanno per la prima volta anche i civili della Difesa e la riserva selezionata». Intanto, nella notte ci sono state le prove lungo i Fori Imperiali. Alle 10 di domenica sfileranno in 3.975. Ad aprire la parata saranno gli atleti del Gruppo paralimpico della Difesa. Oltre alle varie componenti delle forze armate, ci saranno i vari corpi dello Stato, i veterani e 300 sindaci.



Tricarico contro Di Maio: non capisco di cosa dovrei vergognarmi. «Una componente della maggioranza giallo-verde - lamenta il generale - sta portando avanti un atteggiamento ostile nei confronti di una delle poche Istituzioni che funzionano bene in Italia: le Forze Armate». «Per di più, noi generali in pensione veniamo trattati da malfattori per via della polemica sulle così dette pensioni d'oro - continua Tricarico - addirittura Luigi Di Maio pronunciò la frase 'si debbono vergognare'.
Non capisco di cosa dovrei vergognarmi. Ho servito lealmente il mio Paese per 40 anni, rischiando la vita su un aeroplano», conclude il generale.

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