Raccoglie pannolino usato nel bosco, lo porta con sé ore e scrive su Fb: «Povero vostro figlio, che pena»

Raccoglie pannolino usato nel bosco, lo porta con sé ore e scrive su Fb: «Povero vostro figlio, che pena»
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Sabato 14 Settembre 2019, 16:27 - Ultimo aggiornamento: 18:27

Una lezione di educazione, di civiltà e di ecologia che una giovane escursionista indirizza a chi si è disfato di un pannalino (usato) da neonato gettandolo sulle rive di un corso d'acqua nei pressi del Lago di Creta in provincia di Bolzano.  Uno scenario naurale magnifico che si cerca di tutelare anche dai maleducati che gettano un maleodorante - e passi - oggetto che impiegherà almeno 400 anni ad essere assorbito dall'ambiente a meno che non si tratti di modelli biodegradabili, ancora poco diffusi perchè molto costosi.

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Perché non metterlo, allora, quel pannolino, in un sacchetto fino a quando non si incontra un contenitore adatto per questo tipo di rifiuti? Indifferenziati, in quasi tutti i Comuni anche se ce sono alcuni che hanno preso di petto questa bomba ecologica (ne servono almeno 4 al giorno per ogni neonato) e li raccolgono a parte.

L'escursionista ha raccolto pannolino e salvietta, li ha messi in un sacchetto appeso allo zaino per almeno due ore e poi, a casa, ha scritto un longo post per cercare di educare i genitori di quel bambino per il quale prova "pena e tristezza".





"Ciao! Spero tanto che tra un giorno, un mese o un anno questa foto possa arrivare a te. Mi piacerebbe davvero sapere cosa esattamente hai pensato quando tra il 10/9 e il 12/9 2019 passeggiando sul sentiero che dal centro visite del parco naturale ti porta al Lè dla Creda hai cambiato il pannolino al tuo bambino lungo il corso d'acqua. E dopo avergli pulito il sederino hai creduto che la cosa migliore da fare fosse gettare il pannolino e la salvietta per terra, e so che è stato in questi giorni perché quando è stato messo tutto dentro un sacchetto la salvietta era ancora profumata. Io non ti scrivo con rabbia o con disprezzo ma con pena, sì perché provo pena per tuo figlio a cui tu, consapevolmente, decidi di lasciare un mondo pieno di rifiuti, veleno e tristezza. Io non sono madre ma è il mio desiderio di esserlo che ti parla, perché anche se ancora non lo sono mi sento già una madre migliore di te. Perché io nonostante non abbia mai coccolato, abbracciato o amato tuo figlio, ho comunque legato il suo pannolino al mio zaino e l'ho portato per due ore e mezza sulla mia schiena. Sì, spero davvero che questa foto scorra tra le tue mani un giorno oppure che, ancora meglio, chi era con te ti riconosca nei miei dettagli e te la mandi. So che non muoverò sentimenti di vergogna dentro di te perché le persone come te non si vergognano, ma magari, pensando al futuro di tuo figlio, qualcosa di caldo e pieno d'amore si muoverà nella tua coscienza. Ti saluto e ti stringo la mano sperando di avere l'onore di raccogliere ancora la tua popò lungo il mio cammino".

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