Arriva in pronto soccorso del Ruggi a Salerno alle 19.13 di giovedì con la propria auto, accusando un dolore localizzato alla spalla sinistra, non provocato da traumi, tosse e in leggero stato confusionale. Per gli operatori del triage è un codice rosso. L’uomo ha 68 anni. Viene visitato alle 3.31 del mattino.
Attende 8 ore in pronto soccorso
Gli vengono effettuate delle analisi ed un elettrocardiogramma i cui esiti non sarebbero buoni. Alcuni valori del sangue sono sballati, glicemia alle stelle, enzimi cardiaci oltre i parametri. Viene predisposta una tac all’encefalo. È proprio mentre sta eseguendo quest’ultimo esame che il 68enne muore d’infarto. Le dimissioni dal pronto soccorso, per morte, vengono firmate alle 7.51 di ieri: dodici ore dopo. Poco dopo le 8 scatta la richiesta di aiuto alla polizia da parte del figlio, sconvolto da una nottata da incubo e dal tragico epilogo. A metà mattinata viene formalizzata la denuncia e in ospedale, arriva il magistrato di turno. Ad ora di pranzo, la salma di Alfonso viene sequestrata. L’autopsia si terrà nei prossimi giorni. Scatta dunque l’inchiesta per accertare se sia stato seguito clinicamente e, soprattutto, perché tanto ritardo nella visita di un codice rosso: otto ore di attesa.
IL RACCONTO
LE DENUNCE
Sul sovraffollamento del pronto soccorso lo scorso novembre CittadinanzAtiiva e (rappresentata da Vinicio Colangelo e Margaret Cittadino) e Medicina Democratica (rappresentata da Salvatore Raimondi e Lorenzo Forte) avevano scritto una lettera al prefetto Francesco Russo per denunciare l’immobilismo della dirigenza Asl dopo che, il 31 ottobre 2022, alle 20.30 al pronto soccorso del Ruggi si sono trovate sessanta persone in attesa di essere visitate e quattro autoambulanze ferme con i pazienti all’interno. In quella lettera le associazioni chiedevano anche di sapere quali fossero le iniziative che Asl ed azienda ospedaliera intendevano mettere in campo.
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