Omicron, per la terza dose occorre attendere il vaccino aggiornato? Domande e risposte

Omicron, cosa cambia per chi aspetta la terza dose? Tutte le domande (e le risposte)
di Mauro Evangelisti
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Domenica 28 Novembre 2021, 16:46 - Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 09:59

La casa farmaceutica Moderna ha fatto sapere di essere in grado di produrre un vaccino adattato alla nuova variante Omicron «entro i primi mesi del 2022»; Pfizer e BionNTech nei giorni scorsi hanno previsto una tempistica simile. Tutti però aggiungono una postilla: se dovesse servire. Questo è il punto principale da avere chiaro: oggi nessuno è ancora in grado di affermare che servirà un vaccino modificato perché non ci sono dati sufficienti per affermare che la versione attuale sia aggirata dalla variante Omicron.

 

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Terza dose, la situazione

Ma chi sta aspettando la terza dose deve attendere la produzione dei nuovi vaccini in modo da avere una protezione anche per la nuova variante? No. Sarebbe un grave errore. La variante dominante in Europa resta ampiamente la Delta e i vaccini che si stanno utilizzando in Italia hanno mostrato una notevole efficacia, che però viene a diminuire, sulla infezione, a cinque-sei mesi dalla seconda iniezione. Rinviare più del dovuto la terza dose, che oggi può essere somministrata già 150 giorni dopo la seconda, è molto rischioso: siamo in una fase di intensa circolazione del virus, avviarsi verso la parte più insidiosa dell'inverno senza una piena protezione è alquanto imprudente. I casi di Omicron in Europa (ma in realtà in gran parte del mondo) sono al momento minoritari, prima di tutto bisogna difendersi dalla Delta che ogni giorno in Italia causa una media di 60-70 decessi e 40-50 nuovi ricoveri in terapia intensiva. Anche in Sudafrica, dove è avvenuto il sequenziamento della nuova variante, si parla sì di incremento dei casi, ma siamo comunque attorno ai 6.000 su una popolazione di quasi 60 milioni di abitanti. Inoltre, in mancanza di dati consolidati, molti esperti ritengono che la Omicron può aggirare lo scudo dei vaccini dall'infezione, ma è prevedibile che resesista la protezione dalla malattia grave.

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Cosa succede se la Omicron diventa dominante e scalza la Delta? A quel punto si potrà ipotizzare una nuova campagna vaccinale, un po' come avviente normalmente con la influenza, ma non prima della prossima primavera, probabilmente puntando soprattutto sulla protezione di anziani e soggetti fragili. «Ad oggi - ha spiegato in una intervista al Messaggero il professor Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Campus Bio-Medico di Roma - sappiamo solo che la Omicron riunisce tutte le mutazioni che abbiamo visto nelle altre varianti, ma non ci sono dati sufficienti per essere certi che servirà un nuovo tipo di vaccino. Comunque, con quelli di tipo mRna, come Pfizer e Moderna, sviluppo e produzione sono rapidi». Plausibile - ma siamo sempre nel campo delle ipotesi - che debbano trascorrere almeno sei mesi tra il completamento del ciclo vaccinale attuale e una eventuale (e per ora improbabile) prima dose con i vaccini adattati alla Omicron. 

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