Uccide il figlio a Varese, le denunce della moglie per maltrattamenti mai arrivate in tribunale

Gli atti sono rimasti fermi in procura e il gip ha autorizzato il coaffido del bambino

Uccide il figlio a Varese, le denunce della moglie per maltrattamenti mai arrivate in tribunale
di Claudia Guasco
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Martedì 4 Gennaio 2022, 07:27 - Ultimo aggiornamento: 09:35

dal nostro inviato

GAZZADA SCHIANNO (VARESE) Due denunce per maltrattamenti presentate da Silvia Gaggini nei confronti dell'allora marito Davide Paitoni nella primavera del 2021, l'ultima il lunedì di Pasquetta. Una segnalazione da parte dei genitori della donna, a seguito della quale la Procura di Varese ha aperto una procedura prioritaria con codice rosso. Una querela dell'uomo contro i suoceri. Negli ultimi due anni la vita di Silvia e Davide era una guerra e in mezzo c'era il piccolo Daniele, ucciso sabato sera dal padre con un colpo secco alla carotide e chiuso nell'armadio. Se quelle denunce non fossero rimaste ferme in Procura, forse avrebbero potuto cambiare il corso degli eventi.

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INDAGINI
Silvia Gaggini si è salvata con la forza della disperazione dalle coltellate di Paitoni, ha perso il figlio di sette anni ed «è distrutta», dice il suo avvocato Donatella Cicognani uscendo dalla villetta di Gazzada.

Ora le denunce pesano come macigni. «Su quei maltrattamenti noi abbiamo svolto le nostre indagini e relazionato», è ciò che filtra dal fronte investigativo. «È una vicenda drammatica, ma il provvedimento del gip è regolare: Paitoni era agli arresti domiciliari per una vicenda non legata a questioni familiari», replica il presidente del Tribunale di Varese Stefano Tacconi. Eppure quelle segnalazioni nel limbo della Procura e mai arrivate al Tribunale, che non si sa che fine abbiano fatto a cominciare dal codice rosso che dovrebbe servire proprio a evitare che rimangano in fondo a un cassetto, potevano essere dirimenti nella decisione del gip Anna Giorgetti sull'affidamento di Daniele al padre.

 

Lo scorso 26 novembre Paitoni, durante una lite nel parcheggio in cui lavorava, ha accoltellato un collega con il taglierino che teneva in tasca. Accusato di tentato omicidio, finisce ai domiciliari per il rischio di inquinamento probatorio: non viene ritenuto dal giudice socialmente pericoloso e, per questa ragione, ottiene di poter vedere suo figlio durante la custodia cautelare che sconta a Morazzone, a casa del padre. Quando il pm chiede la convalida al gip, segnala anche un procedimento per maltrattamenti: è coperto da segreto istruttorio e il magistrato non fa riferimento alle persone offese. In sostanza, la pm Giulia Floris non lo evidenza, il gip lo ignora e Paitoni ottiene il coaffido del bimbo.


L'ACCORDO
«L'ordinanza per i domiciliari - puntualizza Tacconi - avalla la misura richiesta dal magistrato che l'ha motivata con il pericolo di inquinamento probatorio, non con la pericolosità sociale, e il giudice non può aggravare la richiesta del pm». Quanto alle denunce arrivate al Tribunale, è il deserto. «Non risulta niente neanche a livello civile, Paitoni non ha cause pendenti nel settore famiglie, cioè separazioni. Nessuna segnalazione neanche al giudice tutelare, nulla. Noi agli atti non abbiamo né un procedimento pendente, né in dibattimento, né dal gip. Quindi se le denunce esistono, sono ancora in Procura». Ad agosto, per la verità, la coppia ha cercato di ritrovare un fragile equilibrio per il bene di Daniele. Erano separati di fatto, non legalmente, dal 2019 e per la prima volta tentavano di superare i rancori. Lui voleva più tempo da trascorrere con il figlio: «Il loro legame era fortissimo - afferma un avvocato - A volte, quando erano a tavola, il bambino smetteva di mangiare per andare ad abbracciarlo». Alla fine i rispettivi legali hanno trovato un accordo sulle visite: «Anche Silvia diceva che lui era un ottimo papà, che i problemi erano tra loro due». Paitoni si mostra volonteroso, preannuncia il ritiro della querela contro i suoceri e nei giorni dell'Immacolata può riabbracciare Daniele. È il nonno Renato a incaricarsi di fare avanti e indietro tra Gazzada e Morazzone, portando il bambino alla mamma o al papà. L'ultima vacanza di Daniele è stata dopo Natale, tre giorni di divertimento a Gardaland con la mamma e i nonni. «Non me la sento di parlare in questo momento, sono distrutto - si dispera il papà di Silvia -. Mia figlia non sta bene e con mia moglie si stanno preparando ad andare all'obitorio». Questa mattina Davide Paitoni si presenterà davanti al gip per l'udienza di convalida.
 

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