Norcia, tre anni dopo il terremoto: «Qua il nemico è la burocrazia»

Norcia, tre anni dopo il terremoto: «Il nemico è la burocrazia»
di Ilaria Bosi e Italo Carmignani
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Giovedì 31 Ottobre 2019, 12:53

L'esordio con prova del fuoco di Donatella Tesei, la governatrice appena eletta in Umbria e ormai la più conosciuta d'Italia, è tra le macerie del suo terremoto. Non quello politico, che l'ha portata a demolire le certezze di sessant'anni di dominio della sinistra, ma quello vero del 2016 la cui ricostruzione a tre anni e un giorno dal sisma è ancora al palo. Tanto per dare una misura: solo due mesi fa sono state rimosse le pietre lasciate dalla distruzione della concattedrale di Santa Maria, quella accanto alla più importante Basilica di San Benedetto. Per il resto, tutto fermo. Perché se a tre anni da quella scossa di magnitudo 6.5, che ha demolito borghi e strade, Norcia non dimentica, la città intitolata a San Benedetto è stata sicuramente dimenticata.

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SPERANZA E PROTESTA
Tanto da far tuonare l'arcivescovo di Spoleto, Renato Boccardo: «Ci vorrebbe un terremoto da scuotere le incrostazioni e in grado di far rotolare i sassi della burocrazia». E quindi aggiungere, parafrasando un pensiero di Papa Francesco: «Non lasciate che vi rubino la speranza». Per poi diventare un fiume: «Non restiamo ad aspettare che qualcuno faccia le cose da fuori. Perché se c'è chi ha responsabilità gravi, e dovrà agire per gli aspetti di sua competenza, ognuno deve fare la sua parte. Siamo come un mosaico, fatto di migliaia di tessere tutte collegate fra loro: guardarne solo una ha poco significato, tutte insieme possono offrire uno spettacolo bellissimo».

Finito il momento di preghiera, c'è chi ha dato inizio alla protesta. Come alcuni comitati della zona, che per denunciare i ritardi hanno abbandonato le celebrazioni dopo il momento spirituale, senza attendere l'arrivo del ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini, tornato ieri a Norcia. È stato proprio Franceschini a invocare una legge quadro per le emergenze e gli interventi post calamità: «Non è possibile sostiene che ogni qualvolta accada una calamità naturale, nelle prime ore riparta il dibattito su come intervenire: c'è un'efficienza consolidata del sistema di protezione civile per la prima emergenza, ma non c'è una legge quadro per la ricostruzione dopo il terremoto. Tutta l'esperienza fatta qua deve servire per il futuro».

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Peccato che siano trascorsi più di tre anni e, come sottolinea il sindaco Nicola Alemanno, «se si continuano ad aggiungere nuove norme senza aggiustare quelle precedenti, il rischio di paralizzare tutto è concreto». Franceschini pone l'accento sull'impegno dei tecnici: «Sulla ricostruzione sono le sue parole è stato fatto un lavoro silenzioso straordinario da centinaia di tecnici, restauratori e volontari che sono intervenuti fin dalle prime ore. Un lavoro di dimensioni ciclopiche, importante e positivo. Naturalmente va fatto molto di più e recuperare i ritardi dove ci sono stati».
 

 


LA PRESIDENTE
Fresca d'elezione, Donatella Tesei fa un appello all'unità: «Questo dice nel suo primo intervento istituzionale è il momento di perseguire tutti un'unica finalità: ricostruire le mura e le comunità colpite dal terremoto. Per questo è molto importante lavorare uniti, con i distinguo del caso, ma senza cercare sempre la diversità nei modus operandi». La parola d'ordine, anche per la neo governatrice, è la semplificazione: «Occorre agire subito, anche emendando in alcune parti il decreto terremoto approvato di recente dal consiglio dei ministri».

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IL SOGNO
Emozionante l'ingresso, per la prima volta, nella concattedrale di Santa Maria Argentea, che dovrà ora essere dotata di una copertura. «Un colpo al cuore», sussurra il sindaco Alemanno, che insieme all'arcivescovo e al ministro elenca un sogno subito condiviso: celebrare la Messa di Natale tra ciò che resta di questa chiesa.

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