Noemi, condannati a 18 e 14 anni i sicari che spararono in strada a Napoli colpendo la bimba

Noemi, condannato a 18 anni il sicario che sparò in strada a Napoli colpendo la bimba
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Giovedì 23 Luglio 2020, 15:54 - Ultimo aggiornamento: 22:52

Diciotto anni di reclusione ad Armando Del Re e 14 anni a suo fratello Antonio, ritenuti responsabili dell'agguato a colpi di pistola esplosi tra la folla, avvenuto il 3 maggio 2019 in piazza Nazionale, a Napoli. È la decisione del gup di Napoli Vincenzo Caputo (24esima sezione penale), al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. Nel raid venne anche gravemente ferita Noemi, una bimba che all'epoca dei fatti aveva 4 anni, e la nonna. Vero obiettivo del raid era Salvatore Nurcaro, ritenuto un esponente di un clan loro rivale, anch'egli rimasto gravemente ferito. Al termine della requisitoria i pm antimafia Antonella Fratello e Simona Rossi avevano chiesto 20 anni di carcere per i due fratelli. Noemi rimase ricoverata in ospedale per molti giorni in pericolo di vita.

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In un video di quel tragico 3 maggio 2019 si vede un uomo armato scavalcare noncurante il corpicino di una bimba di appena 4 anni, gravemente ferita dai colpi di pistola che aveva appena esploso per uccidere un antagonista in fuga. Nella sentenza si riconosce  l'aggravante mafiosa di un gesto che poteva costare la vita di un'anima innocente.

«Noi abbiamo sempre cercato giustizia e non vendetta», ha detto Fabio Staiano, papà di Noemi, mentre con la moglie Tania Esposito e il suocero, Alessandro Esposito lasciano il Palazzo di Giustizia. «Siamo soddisfatti anche se - ha poi aggiunto - non sarebbero bastati cento anni di carcere per colmare il dolore che ci hanno provocato». L'agguato scattato quel triste venerdì aveva come obiettivo Salvatore Nurcaro, per i pm Fratello e Rossi appartenente a un clan antagonista a quello a cui invece sarebbero riconducibili i fratelli Del Re.

Con quell'agguato i fratelli, due pusher per la DDA, con interessi nella periferia orientale della città, volevano punire Nurcaro che aveva cercato di imporre il «pizzo» agli spacciatori di quella zona. A chiudere l'udienza, oggi, l'ultima del processo di primo grado, è stata l'arringa difensiva dell'avvocato Leopoldo Perone, legale di Antonio De Re (il fratello Armando è stato difeso dal penalista Claudio Davino), il quale ha contestato l'aggravante mafiosa e anche la premeditazione. In aula, per la lettura della sentenza, c'era anche il procuratore di Napoli, Giovanni Melillo (i suoi magistrati avevano chiesto 20 anni per i Del Re), che ha coordinato di persona le indagini che portarono all'arresto dei due fratelli, il 10 maggio 2019, nel corso di un blitz interforze. Il sindaco de Magistris, con l'assessore Clemente, si è recato in Tribunale oggi: non ha voluto far mancare il suo supporto alla famiglia Staiano e a Noemi che per molti giorni restò in pericolo di vita, tenendo con il fiato sospeso tutt'Italia. Anche il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, sentì il dovere di recarsi a Napoli per correre al capezzale della bimba che oggi ha recuperato e sta bene.


 
 

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