Vaccino, no vax e fuga per le ferie: ora i nuovi immunizzati sono solo 80mila al giorno

No vax e fuga per le ferie, ora i nuovi immunizzati sono solo 80mila al giorno
di Mauro Evangelisti
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Domenica 18 Luglio 2021, 22:40 - Ultimo aggiornamento: 19 Luglio, 11:46

Coronavirus, i contagi aumentano in tutta Europa, i dati confermano che la vaccinazione riduce drasticamente le conseguenze da infezione da variante Delta. In altri termini: salvano la vita, evitano ricoveri in terapia intensiva e calvari da long Covid. Eppure, di fronte a questo scenario, non c’è la corsa a vaccinarsi che ci si potrebbe aspettare. Anzi: le ferie estive e una parte consistente di indecisi e di reali no-vax, stanno riducendo le file nei centri vaccinali e, soprattutto, hanno tagliato drasticamente il numero di persone che ricevono le prime dosi. La media, negli ultimi giorni, si è abbassata a 80mila ogni 24 ore.

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No vax e fuga per le ferie, i numeri

Tenendo conto che in Italia tra gli over 12 (per i quali c’è un vaccino autorizzato) ci sono ancora 16 milioni di persone che non hanno neppure iniziato il percorso vaccinale, significa che con il ritmo di 80mila prime dosi al giorno per fine agosto solo poco più del 20 per cento avrà ricevuto almeno una iniezione, circa 3,5 milioni.

E ci sono comunque delle incognite: in agosto ci potrebbe essere un’ulteriore frenata perché tradizionalmente aumenta il numero delle persone che va in ferie (per quanto non più come un tempo) e, soprattutto, più si va avanti, più si arriva a quello zoccolo duro di chi proprio, semplicemente, non vuole vaccinarsi. Anche alcuni messaggi diffusi da alcuni politici in queste ore sembrano quasi assecondare, se non incentivare, la scelta no-vax. Non aiutano. In sintesi: non è così scontato che anche la media degli 80mila nuovi vaccinati al giorno, più bassa delle settimane scorse, non possa diminuire. Questo, con la diffusione del virus che aumenta in modo considerevole, seguendo lo stesso copione che si è visto prima in Portogallo, poi in Spagna, fa apparire all’orizzonte delle nuvole cupe sulla riapertura delle scuole a settembre. La linea del Comitato tecnico scientifico è: con una buona vaccinazione dei ragazzi (sopra i 12 anni) e dei professori sarà possibile tornare a lezione anche senza il distanziamento ed evitare la didattica a distanza. Ma ad oggi solo il 77 per cento dei prof ha completato il percorso vaccinale: sembra un dato alto, ma significa che almeno un docente su 5 si presenterà in classe non immunizzato. In caso di focolai e di elevata circolazione del virus in un determinato territorio, ciò che si vuole evitare nella teoria - la didattica a distanza - rischia di essere imposto dall’emergenza pratica.

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Forniture

A rallentare la somministrazione di prime dosi contribuiscono anche altri fattori, oltre alle ferie, al sentimento no-vax e alla banale indecisione: conta la necessità di concentrare le forze sui richiami, per completare l’immunizzazione di chi già ricevuto la prima; inoltre, c’è stato un rallentamento delle forniture di Pfizer a luglio e inevitabilmente sono stati privilegiate le secondo dosi. Dice l’assessore alla Salute, Alessio D’Amato: «Il taglio delle consegne, rispetto a giugno, ha avuto un ruolo nel calo delle prime dosi, ma stiamo recuperando. E lancio un appello ai giovani e ai giovanissimi: vaccinatevi prima di partire per le vacanze, in modo da tornare a scuola in sicurezza». A complicare il quadro c’è anche il fatto che le vaccinazioni passino per un unico prodotto, Pfizer-BioNTech. Il farmaco di AstraZeneca ormai è usato solo per i richiami, le forniture di Moderna sono modeste (in agosto aumenteranno), mentre inspiegabilmente Johnson&Johnson, che è monodose e dunque consentirebbe una accelerazione, non viene usato dalle Regioni, con l’eccezione del Lazio.

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Ma a che punto sono le varie fasce di età? Per gli over 80 siamo sopra il 90 per cento di copertura (tenendo sempre conto che c’è una quota che, per ragioni di salute, non può vaccinarsi) e dunque la stragrande maggioranza della categoria più a rischio è protetta; scendendo, però, i numeri sono più preoccupanti: ci sono ancora 677mila settantenni che non hanno ricevuto né prima né seconda dose, 1,2 milioni di sessantenni. Tra i cinquantenni, siamo lontani da una protezione diffusa: 1 su 4 non ha ricevuto neppure una dose. Certo, una parte di loro è magari prenotato per i prossimi giorni, ma è forte il timore che in questa fascia di età (50-59 anni), per le quali le statistiche mostrano comunque conseguenze non irrilevanti dal contagio da Covid, ci sia una forte componente di persone che non si vuole vaccinare. Va ricordato che tra i 50 e i 59 anni il tasso di letalità è dello 0,6 per cento e che per Covid in Italia sono morte 4.535 persone da inizio pandemia.

 

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