No vax. Vaccino obbligatorio, lockdown, green pass: tutte le restrizioni europee (e cosa sta per accadere in Italia)

La stretta per ora ha risparmiato i nostro Paese, ma l'aumento dei contagi potrebbe provocare nuove misure

No vax. Vaccino obbligatorio, lockdown, green pass: tutte le restrizioni europee (e cosa sta per accadere in Italia)
di Francesco Malfetano
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Venerdì 3 Dicembre 2021, 08:06 - Ultimo aggiornamento: 4 Dicembre, 17:49

L'Europa invoca l'obbligo vaccinale. La Germania ragiona sul lockdown selettivo per i soli No vax. Intanto decine di altri Paesi si blindano per provare a rallentare la nuova ondata dei contagi che, partita da Est, sembra già sul punto di travolgere ogni cosa. Così l'Irlanda ha già reimposto il coprifuoco e l'Austria è in lockdown per altri dieci giorni (fino al 12 dicembre), il Portogallo invece ha chiuso i confini esterni a tutti (cittadini Ue o meno): dal 1 dicembre per entrare infatti, è necessario l'esito negativo di un test molecolare realizzato entro le 72 ore precedenti l’ora dell’imbarco o, in alternativa, del test antigenico nelle 48 ore precedenti.

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La stretta sui No vax

Una stretta che per ora, al netto del Super Green pass obbligatorio che entrerà in vigore a partire dal 6 dicembre, ha tutto sommato risparmiato l'Italia. Anche qui però i contagi continuano la loro corsa (ieri oltre 16mila nuovi casi, come non accadeva da aprile) e c'è quindi chi invoca nuove restrizioni. Ad esempio ieri il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, a margine di un evento al museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, ha chiesto che il sistema del Pass rafforzato venga esteso anche per l'ingresso al luogo di lavoro. Da sempre fautore dell'obbligo vaccinale, Bonomi sembra aver preso atto che per ragioni politiche la misura resta ancora irrealizzabile, e allora ha rilanciato invocando la necessità della vaccinazione completa o della negativizzazione post-guarigione per tutte le categorie professionali. 

 

Le opzioni


Un inasprimento che, per ora, non ha ancora trovato sponde nel governo. Ma è piuttosto chiaro - che posto l'obiettivo di evitare l'obbligo - che se la situazione epidemiologica dovesse precipitare si tratta della misura che con maggiore probabilità potrebbe farsi spazio. D'altronde si tratta del prezzo da pagare per fare in modo che quegli stessi lavoratori e le imprese non debbano abbassare le serrande per un coprifuoco o, peggio, per un lockdown. Motivo per il quale è invece altamente improbabile che, salvo casi eccezionali, si ragioni su una nuova frenata agli ingressi sull'onda lunga del modello portoghese. C'è da difendere il comparto turistico.

 

E allora? Quali altre misure potrebbero farsi spazio nella Penisola? Sul tavolo resta la possibilità che l'obbligo vaccinale, quantomeno per alcune altre categorie professionali. Già in essere per sanitari o forze dell'ordine, l'imposizione potrebbe magari essere estesa a tutti i lavoratori a contatto con il pubblico. Inoltre, nelle scorse settimane è saltata fuori a più riprese la possibilità che il Green pass di base fosse esteso anche agli under 18. Non tanto per andare a scuola, quanto per eventuali attività pomeridiane come piscine o palestre. Tuttavia l'ipotesi appare al momento tramontata. Per il resto, la grande differenza rispetto a quasi tutti gli altri Paesi, è il sistema dei colori. L'Italia ha già un modello progressivo che allenta o inasprisce le limitazioni. Un automatismo - più o meno - che garantisce una certa stabilità. 

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