Urbino, neonato muore 50 minuti dopo il parto: indagati nove sanitari di ostetricia

Neonato muore 50 minuti dopo il parto

L'ospedale Santa Maria della Misericordia di Urbino
di Lorenzo Furlani ed Eugenio Gulini
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Mercoledì 2 Giugno 2021, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 10:45

URBINO - Cinquanta minuti, un soffio di vita subito sfumato. La trepidazione, le speranze, le ansie per quell’evento sognato e atteso per nove mesi diventati all’improvviso un vuoto profondo e buio. Cinquanta minuti ha vissuto il neonato partorito intorno alle 17 di giovedì scorso nel reparto di ostetricia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Urbino.

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Era il primo figlio
Era il primo figlio di una giovane coppia di Urbania, agricoltore trentenne lui, barista di 29 anni lei.

Quel corpicino rimasto inanimato, con l’angoscia di una morte all’apparenza paradossale nel reparto che esalta la vita ed è solitamente apprezzato per la professionalità e il calore dell’accudimento prestati a puerpere e neonati, ha lasciato nei genitori tante domande inquiete a cui ora deve dare una risposta la procura della Repubblica presso il Tribunale di Urbino.

La segnalazione della famiglia
È stata aperta un’indagine, in seguito alla segnalazione della famiglia, per accertare cause ed eventuali responsabilità di quella morte improvvisa. Avvisi sono stati inviati a tutto il personale dell’ospedale coinvolto quel pomeriggio nelle attività prestate a madre e piccolo. Nove sono i sanitari indagati per l’ipotesi di reato denominato (nella nuova formulazione del 2017) responsabilità colposa per morte in ambito sanitario (articolo 590 sexies del codice penale).

Si tratta di informazioni di garanzia perché il personale, che potrebbe rispondere di quell’evento luttuoso per colpa sanitaria, potesse nominare propri consulenti in relazione all’autopsia, accertamento tecnico irripetibile, che è stata disposta lunedì scorso dal pubblico ministero Irene Lilliu.

L'esame sulla piccola salma
L’esame sulla piccola salma è stato svolto dal medico legale Raffaele Giorgetti dell’azienda ospedaliero universitaria Ospedali Riuniti di Ancona. Per gli accertamenti specialistici la procura si avvale anche della consulenza del ginecolo Roberto Seclì di Fano.

La vicenda ovviamente è molto delicata sia per gli aspetti professionali sia per il risvolto emotivo e psicologico che coinvolge i giovani genitori. Oltre al riserbo degli inquirenti anche la famiglia del bambino morto non rilascia dichiarazioni, chiusa com’è nel suo dolore. Le poche certezze per ora sono che il parto è stato naturale ed è avvenuto al termine dei nove mesi di gravidanza. Cosa sia accaduto giovedì pomeriggio nel reparto di ostetricia di Urbino e perché un evento lieto si sia trasformato in tragedia è oggetto dell’inchiesta giudiziaria. 

L'ipotesi di reato
Il reato per cui si procede è una riformulazione dell’omicidio colposo, di cui mutua le pene, ovvero da sei mesi a cinque anni di reclusione, ma con il seguente paracadute, previsto dal secondo comma dell’articolo del codice penale citato: «Qualora l’evento si sia verificato a causa di imperizia, la punibilità è esclusa quando sono rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge ovvero, in mancanza di queste, le buone pratiche clinico-assistenziali, sempre che le raccomandazioni previste dalle predette linee guida risultino adeguate alle specificità del caso concreto».

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