Migranti, naufragio di un barcone a Crotone. Almeno 45 morti, anche bimbi. «Si temono 100 vittime». Meloni: «Dolore per vite stroncate da trafficanti»

L'imbarcazione non ha retto al mare agitato. Salvini e Piantedosi: «Fermare le partenze»

Migranti, naufragio davanti alle coste di Crotone: 27 morti, cadaveri ritrovati sulla spiaggia
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Domenica 26 Febbraio 2023, 09:08 - Ultimo aggiornamento: 13:58

Dramma migrantiCrotone. Un'imbarcazione è naufragata all'alba e al momento il bilancio è di 45 migranti morti e 70 dispersi. Ma il conto finale delle vittime rischia di aggravarsi. Per ora sono circa 80 le persone tratte in salvo mentre continuano le ricerche di altri sopravvissuti. L'imbarcazione - su cui viaggiavano migranti in arrivo da Iran, Afghanistan e Pakistan - sarebbe finita contro gli scogli a causa del mare agitato. Nell'area - dove il mare è forza 3-4 - sono attivi fra l'altro due motovedette e un elicottero della Guardia Costiera. Secondo le fonti i migranti «non hanno fatto in tempo a chiedere aiuto» e alcuni dei sopravvissuti avrebbero raggiunto la costa con i propri mezzi.

Il racconto dei superstiti: «Eravamo in 250». Si temono 100 vittime

Potrebbero essere più di 100 le vittime del naufragio.

L'incertezza è dovuta al fanno che i soccorritori non hanno un numero attendibile delle persone a bordo. Secondo alcuni superstiti sarebbero stati circa 180. Per altri molti di più, almeno 250. Un accertamento reso difficile dal fatto che non parlano neanche inglese. 

 

 

Meloni: «Profondo dolore, non speculare sui morti»

«Profondo dolore per le tante vite umane stroncate dai trafficanti di uomini». Lo dice il presidente del Consiglio Giorgia Meloni dopo il naufragio in Calabria sottolineando che «si commenta da sé l'azione di chi oggi specula su questi morti, dopo aver esaltato l'illusione di un'immigrazione senza regole». Il governo, aggiunge, «è impegnato a impedire le partenze e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione agli Stati di partenza e di provenienza. È criminale - afferma ancora il premier - mettere in mare una imbarcazione lunga appena 20 con ben 200 persone a bordo e con previsioni meteo avverse». Ed è «disumano scambiare la vita di uomini, donne e bambini col prezzo del "biglietto" da loro pagato nella falsa prospettiva di un viaggio sicuro».

 

Mattarella: «Dare adeguata accoglienza ai naufraghi, impegno contro i trafficanti»

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso il proprio «dolore per il naufragio avanti alle coste crotonesi, nella quale hanno perso la vita decine persone e tra queste alcuni bambini. Molti tra questi migranti provenivano dall'Afghanistan e dall'Iran, fuggendo da condizioni di grande difficoltà. È una ennesima tragedia del Mediterraneo che non può lasciare nessuno indifferente». È quanto si legge in un comunicato diffuso dall'ufficio stampa del Quirinale. «Nell'esprimere il cordoglio per le vittime, la vicinanza ai naufraghi -cui va assicurata un'adeguata accoglienza- e il ringraziamento ai soccorritori», il presidente della Repubblica «sollecita un forte impegno della comunità internazionale per rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti; guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà, territori resi inospitali dal cambiamento climatico. È altrettanto indispensabile che l'Unione Europea assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanza di prospettive».

Accertamenti su sospetto scafista

Accertamenti sono in corso da parte dei carabinieri di Crotone, guidati dal colonnello Raffaele Giovinazzo, su una persona sospettata di essere uno degli scafisti dell'imbarcazione naufragata nel crotonese a bordo della quale viaggiavano decine di migranti, molti dei quali sono morti. Gli investigatori stanno facendo alcune verifiche sul conto dell'uomo, ma al momento non sono stati adottati provvedimenti a suo carico.

Il sindaco di Cutro: «Il mare continua a restituire corpi»

«È qualcosa che non si vorrebbe mai vedere. Il mare continua a restituire corpi. Tra le vittime ci sono donne e bambini». A dirlo all'Adnkronos Antonio Ceraso sindaco di Cutro, il comune del crotonese dove è avvenuto il naufragio che conta almeno una trentina migranti morti. L'imbarcazione a causa del mare in tempesta si è spezzata e come racconta il sindaco «si vedono i resti del barcone su 200-300 metri di costa». «In passato c'erano stati sbarchi ma mai una tragedia così. Ora sto andando in prefettura per fare il punto con le autorità», spiega il sindaco.

Piantedosi: «Tragedia immane, bisogna fermare le partenze»

Il naufragio avvenuto in Calabria è una «tragedia immane» che «mi addolora profondamente e ci impone innanzitutto il profondo cordoglio per le vite umane spezzate». Lo dice il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi sottolineando che «è fondamentale proseguire in ogni possibile iniziativa per fermare le partenze» dei migranti. «È una tragedia immane - ribadisce il titolare del Viminale - che dimostra come sia assolutamente necessario contrastare con fermezza le filiere dell'immigrazione irregolare, in cui operano scafisti senza scrupoli che pur di arricchirsi organizzano questi viaggi improvvisati, con imbarcazioni inadeguate e in condizioni proibitive». Dunque «è fondamentale» fermare le partenze ed è fondamentale «che non vengano in alcun modo incoraggiate traversate che, sfruttando il miraggio illusorio di una vita migliore, alimentano la filiera dei trafficanti e determinano sciagure come quella di oggi».

Occhiuto: Calabria in lutto, dov'è l'Europa?

«Un barcone che trasportava migranti si è spezzato, a causa del mare in tempesta, davanti alle coste calabresi di Steccato di Cutro, a una trentina di chilometri da Crotone. Decine e decine di morti annegati, tra di loro anche bambini, tanti i dispersi. La Calabria è in lutto per questa immane tragedia - scrive in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria -. La Giunta regionale esprime sincero cordoglio per le vittime di questo naufragio. Ringrazio coloro che si stanno adoperando per tentare di trovare dei superstiti e per assistere i sopravvissuti, condotti nei vicini presidi ospedalieri e nel Cara di Isola di Capo Rizzuto. In queste ore sono in campo i Carabinieri, la Polizia, la Guardia di finanza, la Guardia costiera, i Vigili del fuoco, la Croce Rossa, la Capitaneria di porto, la Protezione Civile. In Calabria nel 2022 sono arrivati circa 18mila immigrati clandestini, la stragrande maggioranza dei quali a Roccella Jonica, un Comune in provincia di Reggio Calabria diventato ormai punto di approdo delle rotte illegali dei mercanti di esseri umani. I calabresi - un popolo che ha conosciuto il dramma dell'emigrazione - hanno accolto questi migranti, senza alzare polveroni e senza causare tensioni, ma la situazione sta davvero diventando ingestibile. Cosa ha fatto l'Unione europea in tutti questi anni? Dov'è l'Europa che dovrebbe garantire sicurezza e legalità? Che fine hanno fatto le operazioni di dialogo con i Paesi d'origine dei migranti? Tutte domande che, purtroppo, ad oggi non hanno alcuna risposta. E chi sta nei territori, a stretto contatto con la realtà di tutti i giorni, è costretto a gestire le emergenze e a piangere i morti».

«Le persone che sono in mare vanno salvate a tutti i costi, senza penalizzare chi aiuta a farlo. Le rotte di immigrazione illegale vanno però chiuse, altrimenti continueremo ad assistere a questa strage quotidiana», ha scritto sui social il leader di Azione, Carlo Calenda.

Msf: desolante vuoto di capacità di soccorso

«Nel Mediterraneo si continua a morire in modo incessante in un desolante vuoto di capacità di soccorso. A poche decine di chilometri dalle coste italiane, quando la meta era davanti agli occhi, è annegato il futuro di decine di persone che cercavano una vita più sicura in Europa. È umanamente inaccettabile e incomprensibile perché siamo sempre qui a assistere a tragedie evitabili. È un pugno sullo stomaco, non ci sono altre parole. Msf ha dato la disponibilità alle autorità per attivare un primo soccorso psicologico per i sopravvissuti». Così Sergio Di Dato, capo progetto Peolple on the Move, Medici Senza Frontiere.
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