Malata di tumore bullizzata da una compagna. Ira genitori: «Non è il solo caso»

Malata di tumore bullizzata da una compagna. Ira genitori: «Non è il solo caso»
di Melina Chiapparino
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Martedì 2 Ottobre 2018, 22:59 - Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 20:11
Malata di cancro, bullizzata e picchiata da una compagna di classe. È quanto ha denunciato il papà di una ragazza di 17 anni, colpita da un melanoma, che frequenta l'istituto superiore Luca Pacioli a Sant'Anastasia, nel Vesuviano. La ragazzina, nei giorni scorsi, è finita in ospedale dopo l'ennesima lite con una sua coetanea che, a quanto spiega il papà, le ha fratturato un dito dopo averla presa di mira e schernita in questi mesi per le sue condizioni di salute, tanto da rendersi necessario anche un supporto psicologico.

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La giovane, stando sempre alla denuncia, subisce da tempo minacce, insulti e vessazioni fisiche, e le sarebbe stato anche detto "devi morire". Ora la famiglia teme «per la sua salute psicologica», e si è rivolta alla polizia ed all'ufficio scolastico regionale, chiedendo «più collaborazione da parte del personale scolastico». Il dirigente dell'istituto, Antonio De Michele, difende l'operato della scuola sottolineando di aver anche convocato un consiglio d'istituto straordinario, svoltosi nei giorni scorsi, per discutere della situazione venutasi a creare. De Michele si augura che la ragazza torni a scuola, ed invita i genitori a ritirare la denuncia. L'episodio ha creato sconcerto ed indignazione in paese, a partire dal sindaco Lello Abete, il quale ha condannato quanto avvenuto, ma ha anche sottolineato che «Sant'Anastasia non è questa, non è un paese di incivili».

«Condanno fermamente l'episodio se le indagini dovessero accertare che corrispondono a quanto denunciato dal papà della giovane - ha detto Abete - per noi è stato un fulmine a ciel sereno: il preside è una persona molto disponibile al dialogo e sempre attento ad un certo tipo di problematiche.
Comunque episodi del genere vanno sempre denunciati per poterli arginare». Un episodio che Abete sottolinea sia isolato, ma in paese molti altri genitori parlano di «degenerazione sin dalle elementari». «Mia figlia - racconta Angelo - a dieci anni è stata picchiata e insultata, e la cosa andava avanti da tempo senza che nessuno intervenisse. Lei ha raccontato tutto solo quando le hanno quasi rotto il naso. Non ho presentato denuncia, perchè la dirigente scolastica aveva promesso un intervento. Ma alla fine non sono stati presi provvedimenti, e mia figlia ha dovuto cambiare scuola. E non è stata l'unica».
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